1.TENÉ 'E CAZZE CA CE ABBALLANO PE CCAPA
Ad litteram: tenere i peni che ci danzano sulla testa Id
est: essere preoccupati al massimo, aver cattivi crucci che occupano la testa.
Icastica anche se becera locuzione con la quale si sostiene che ipotetici peni
significanti gravi preoccupazioni ci stiano danzando in testa per rammentarci
quelle inquetudini.
2.TENÉ 'E CHIRCHIE ALLASCATE
Ad litteram: tenere i cerchi allentati Detto di chi,
vacillandogli la mente, sragioni o abbia vuoti di memoria, alla stregua di una
botte che per essersi allentati i cerchi contentivi delle doghe, vacilla e
perde il liquido contenuto.
3.TENÉ 'E FRUVOLE DINT' Ô MAZZO.
Letteralmente: avere i fulmini, i razzi nel sedere. Icastica
espressione con la quale si indicano i ragazzi un po' troppo vivaci ed
irrequieti ritenuti titolari addirittura di fuochi artificiali allocati nel
sedere, fuochi che con il loro scoppiettio costringono i ragazzi a non stare
fermi, anzi a muoversi continuamente per assecondare gli scoppiettii. La
locuzione viene riferita soprattutto ai ragazzi, ma anche a tutti coloro che
non stanno quieti un momento. Letteralmente 'e fruvole (dal latino fulgor con
roticizzazione e successiva metatesi della elle, nonché alternanza
metaplasmatica g→v o v→g come in gallo→vallo, gallina→vallina,vorpa→gorpa,
vulio→gulio) sono i fulmini, le folgori.
4.TENÉ 'E GGHIORDE.
Letteralmente: essere affetto da giarda, malattia che
colpisce giunture ed estremità di taluni animali; le parti colpite si gonfiano
impedendo una corretta andatura. La locuzione è usata nei confronti di chi
appare pigro, indolente e scansafatiche quasi avesse difficoltà motorie causate
da enfiagione delle gambe che appaiono come contratte ed attanagliate da nodi.
In turco, con il termine jord si indica il tipico doppio nodo dei tappeti - da
jord a gghiorde il passo è breve.
5.TENÉ 'E LAPPESE A CQUADRIGLIÈ P''A CAPA
Letteralmente: Avere le matite a quadretti per la testa.
Presa alla lettera la locuzione non significherebbe niente. In realtà lappese a
quadrigliè è la corruzione dell'espressione latina lapis quadratum (corrotto
poi in lapis quadrellatum), seu opus reticulatum antica tecnica di costruzione
muraria romana consistente nel sovrapporre, facendo combaciare le facce
laterali e tenendo la base rivolta verso l'esterno,ed il vertice verso
l'interno, di piccole piramidi di tufo o altra pietra , per modo che chi
guardasse il muro, cosí costruito, avesse l'impressione di vedere una serie di
quadratini orizzontati diagonalmente.Questa costruzione richiedeva notevole precisione
ed attenzione con conseguente applicazione mentale tale da procurare fastidio e
... mal di testa per la tensione ed il nervosismo, quelli che figuratamente
sono indicati con la locuzione in epigrafe.Ricorderò che erroneamente qualche
scrittore di cose napoletane chiama in causa le matite o lapis propriamente
detti, ed in particolare una pubblicità d'inizio del 20° secolo che mostrava
una testa su cui erano conficcate a mo' di raggiera delle matite laccate a
quadrettini neri e bianchi; ma atteso che la locuzione in epigrafe è molto
antecedente all'epoca ( ca. 1790) di quando furono commercializzate le matite,
ne discende che l'ipotesi è da scartare.
BRAK
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