CAVATAPPI, CAVATURACCIOLI & TIRABBUSCIÒ/TIRABUSCIÒ
Quell’ utensile di varia foggia, munito di una punta a spirale, con cui si estraggono i tappi di sughero ed oggi anche di silicone, da bottiglie o fiaschi viene detto in lingua italiana alternativamente o cavatappi oppure cavaturaccioli, mentre in napoletano il medesimo oggetto è détto tirabbusciò/tirabusciò.
Intendo qui di seguito esaminare le tre voci riportate: cavatappi, cavaturaccioli,tirabbusciò/tirabusciò cominciando col dire che le due voci dell’italiano sono molto meno precise della voce napoletana; infatti sia cavatappi che cavaturaccioli sono sostantivi formati agglutinando una volta il sostantivo tappi (pl. di tappo, dal francone tappo), un’altra volta il sostantivo turaccioli (pl. di turacciolo deriv. di turare dal lat. volg. *turare), con la voce verbale cava (3° p.sg. dell’infinito cavare che con etimo dal lat. cavare 'render cavo', deriv. di cavus 'cavo' come significato primo à quello di scavare, fare una buca in profondità e poi, con gratuiti ampliamenti semantici: levarsi, togliersi di dosso qualcosa: cavarsi il cappello | cavarsi un capriccio, una voglia, soddisfarli | cavarsi la fame, mangiare a sazietà | cavarsela, superare piú o meno brillantemente una situazione difficile |ricavare, ottenere: da quell'individuo non si cava nulla di buono e solo con un’evidente forzatura semantica il verbo cavare vale estrarre, tirar fuori, estirpare: cavare un dente | non riuscire a cavare nulla di bocca a qualcuno, (fig.) non riuscire a farlo parlare | non cavare un ragno dal buco, (fig.) non riuscire a nulla; ma di per sé il verbo cavare contiene in sé l’idea dello scavare, del render cavo e non si comprende proprio in quale occasione ed in che modo il cavatappi o cavaturaccioli adempiano il compito di scavare o render cavo alcunché. In realtà gli aggeggi di cui dico servono solo ad estrarre, a tirar fuori dal collo di bottiglie o fiaschi i tappi o turaccioli e tale occorrenza è piú esattamente rappresentata dal sost. napoletano tirabbusciò/tirabusciò (derivato dritto per dritto dal francese tire-bouchon = tira-tappo) ed ò détto piú esattamente rappresentata in quanto la voce napoletana è formata da un’ agglutinazione che parte dalla voce verbale tira ( dal verbo tirare (dal lat. volg. *tirare, forse alterazione del class. trahere 'trarre')= estrarre, ed il verbo tirare è molto piú adatto di cavare per indicare l’azione operata dall’utensile con cui si estraggono i tappi di sughero ed oggi anche di silicone, da bottiglie o fiaschi. A questo punto ed alla luce di tutto quel che ò detto, penso proprio (e ne lancio la provocatoria proposta) che anche in italiano (mettendo da parte cavatappi e cavaturaccioli) si possa accogliere il napoletano tirabusciò ringraziando il francese che ce lo à fornito!
Raffaele Bracale
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1 commento:
complimenti, un'iniziativa encomiabile, il mondo dei proverbi napolentani è il campo di ricerca linguistica che appezzo di più.
Signor Lello, le vorrei proporre una collaborazione, se interessato mi contatti...
luca.caratozzolo@gmail.com
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