1.METTERSE ‘NU CIENZO ‘NCUOLLO
Letteralmente: Mettersi una tassa addosso; id est: gravarsi
per mera liberalità o per stupidità remissiva di un balzello e/o peso non
dovuto quasi assoggettandosi a quella medioevale imposta, a quel tributo che i
contadini dovevano ai proprietari in virtú del jus domini.
2.METTERSE ‘O CAPPOTTO ‘E LIGNAMMO
Letteralmente: Indossare il cappotto di legno.Icastica ed
eufemistica locuzione usata per significare il decesso di una persona che,
defunto che sia viene posto in una bara lignea [raffigurata come l’indumento
che si porta su tutti gli altri cioè come un pastrano,come un soprabito questa
volta di legno] per essere sepolto.
cappotto s.vo m.le pesante soprabito invernale da uomo e da
donna; voce denominale di cappa che è dal lat. tardo cappa(m) 'cappuccio', da
caput 'capo, testa'
lignammo s.vo m.le legname derivato del lat. ligname(n)
'armatura di legno' ( che è da ligna + il suff. coll. amen); la voce napoletana
à il raddoppiamento espressivo della consonante nasale bilabiale (M).
3.METTERSE CU ‘A PANZA E CCU ‘O PENZIERO
Letteralmente: Porsi con la pancia e con la mente; id est:
perseguire il raggiungimento di una meta agognata, inseguire il conseguimento
di uno scopo, d’ un obiettivo,un intento,un piano, un progetto,un proposito
rincorso con tutte le proprie forze sia fisiche [quelle rappresentate dalla
pancia ] che mentali [rappresentate dal pensiero] Espressione che rende
icasticamente l’ algido italiano agire con il braccio e con la mente. Mi corre
l’obbligo di rammentare che l’amico avv.to Renato de Falco dà tutt’altra
lettura della locuzione,ritenendola [ma, a mio avviso, troppo riduttivamente]
di pertinenza femminile con riferimento al desiderio intenso di maternità della
donna che porrebbe a servizio del concepimento la mente e... la pancia.
Ò riportato la cosa per scrupolo di coscienza, ma [e me ne
duole] questa volta non mi sento di aderire all’idea, troppo limitativa,
dell’amico de Falco!
4.METTERSE 'E CASA E PPUTECA.
Letteralmente: porsi di casa e bottega. Id est: accingersi
ad un lavoro con massima attenzione ed attaccamento puntiglioso come chi dura
la propria vita in quella che sia contemporaneamente casa e sede del proprio
operare cui potersi dedicare senza soluzione di continuità e senza perdite di
tempo che invece ci sarebbero qualora ci si dovesse spostare dalla bottega alla
casa e viceversa.
5.METTERSE PAVURA
Letteralmente: Impaurirsi; id est: prendere addoso la paura,
spaventarsi quasi avvertendo sulla propria pelle, a mo’ d’abito messo,
indossato, lo spavento, la fifa, la strizza o addirittura lo sgomento, il
terrore, il panico.
pavura, s.vo f.le voce che ripete tutti i significati della
corrispondente voce dell’italiano paura: 1 sensazione inquietante che si prova
in presenza o al pensiero di un pericolo vero o immaginato: tené pavura;
pigliarse ‘na bbella pavura; deventà janco p’ ‘a pavura; tremmà ‘e pavura; 2
(estens.) timore serio, preoccupazione allarmante; presentimento scoraggiante:
aggio pavura ca perdimmo ‘o treno!
Quanto all’etimo è voce derivata come quella dell’italiano
dal lat. pavore(m) 'timore', con cambiamento di suffisso; la voce napoletana
però conserva al contrario dell’italiano l’etimologica consonante fricativa
labiodentale sonora v.
BRAK
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