martedì 21 maggio 2013
‘A LÉGGE ‘A FA ‘O PUSTIERE
‘A LÉGGE ‘A FA ‘O PUSTIERE
Questa volta è stato il caro amico P. G. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a chiedermi via e-mail di chiarirgli significato e portata dell’ espressione partenopea in epigrafe. Provvedo súbito dicendo che la lucuzione che ad litteram è : la legge la stabilisce il titolare/ricevitore del banco del lotto è da intendersi come: la lettura (dei sogni) la fa il titolare/ricevitore del banco del lotto, non altri. Va da sé infatti che la locuzione non intende affermare che il il titolare/ricevitore del botteghino per il giuoco del lotto sia facultato a dirimere liti giudiziarie o addirittura ad emanare norme giuridiche; l’espressione è usata solo latu sensu per affermare che in ogni questione non tutti possono esprimere una opinione cogente, ma solo chi ne abbia l’autorità e sia supportato da adeguati mezzi per stabilire l’esatto ed il giusto in ordine all’argomento che gli sia sottoposto. Nella fattispecie l’unico facultato alla lettura dei sogni è il titolare/ricevitore del botteghino sia per la lunga esperienza maturata, sia per la sua capacità di compulsare la smorfia cioè il manuale/libro dei sogni da cui si ricavano i numeri per il lotto, spec. quello con figure destinato agli analfabeti. Con la voce smorfia qui non si intende la contrazione del viso che ne altera il normale atteggiamento ed è provocata per lo piú da sensazioni dolorose o spiacevoli; ad es.: una smorfia di dolore,...; in tale accezione la parola si fa derivare da un antico sostantivo morfa o morfía = bocca addizionato di una s distrattiva per significare il movimento contrattivo che altera i normali caratteri della bocca; rammenterò al proposito di morfía = bocca che da esso termine si trasse il verbo gergale della parlesia (gergo ossia linguaggio convenzionale usato dagli appartenenti a determinate categorie o gruppi sociali al fine di non farsi intendere da chi ne è estraneo: nella fattispecie linguaggio dei dei suonatori ambulanti) smorfí/smurfí = mangiare; nella fattispecie che ci occupa il s.vo smorfia [libro/manuale etc.] etimologicamente si fa risalire a Morfeo, nome del mitologico dio del sonno. Proseguiamo e diciamo perciò cheil titolare/ricevitore del botteghino per la lunga esperienza maturata e per la sua capacità di compulsare la smorfia è l’unico capace di leggere i sogni e cavarne i numeri da giocare ed a lui bisogna ricorrere per ottenerli.
Come si vede nell’espressione, di chiara estrazione popolare e non cólta con il s.vo légge non si intende la norma secondo cui si regola la condotta degli uomini oppure ogni atto dello stato che fissa regole di condotta vincolanti per la generalità dei cittadini, ma si intende – con evidente alterazione semantica – il termine lettúra.
pustiere s.vo m.le titolare/ricevitore del botteghino per il giuoco del lotto; impiegato addetto alla riscossione delle poste nel botteghino per il giuoco del lotto; voce dal fr. postier
Chiudo ricordando altresí che la locuzione in esame è usata quale perentoria espressione che – con l’intento di zittirlo/a – si suole opporre a chi in taluni accadimenti non voglia accettare le regole del giuoco e, saccente e supponente, ne vorrebbe dettare altre, a suo dire, piú consone; a costui/costei la saggezza popolare intende drasticamente ricordare che in genere ci sono saggi soggetti deputati a statuire o ad interpretare le regole e ad essi, e solo ad essi occorre far riferimento. Nella fattispecie dell’espressione in esame, come ò détto, si fa presente al saccente e/o supponente di turno che è il ricevitore del lotto [non altri!] l’unico in possesso dei mezzi e/o delle capacità per chiarire non solo le regole da seguire nel gioco del lotto [in quanto è lui in possesso di sperimentati mezzi e/o capacità per farlo], ma anche per leggere ed illustrare la portata degli avvenimenti e/o dei sogni che fanno da sostrato ai numeri che vengono giocati.
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico P.G. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste tre paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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