mercoledì 29 maggio 2013

LEVÀ ‘A TAVERNA ‘A NNANTE A CCARNEVALE

LEVÀ ‘A TAVERNA ‘A NNANTE A CCARNEVALE Ad litteram:Togliere la taverna dalla prospettiva di Carnevale. Id est: Sottrarre a chi ne sia propenso l’occasione di una malafatta, di uno sbaglio,di un errore, una bricconata, una birbonata etc. Nell’inteso comune Carnevale, maschera dell’omonima festività antecedente il tempo quaresimale è avvertito come un crapulone proclive alla bisboccia, all’abbuffata, alla baldoria, allo stravizio fatti di gran mangiate e bevute di talché la sola vista di una taverna, di una bettola lo indurrebbe in tentazione. Va da sé che estensivamente con il nome di Carnevale ci si intenda riferire a chiunque sia incline all’eccesso, all’esagerazione, alla sfrenatezza sia insomma un soggetto a cui non bisogna dare nessuna opportunità, motivo o pretesto di mascalzonata, canagliata, furfanteria, ribalderia o bricconeria ed anzi occorra sottrargli quelli prossimi. Carnevale s.vo m.le 1 periodo dell'anno che va dall'epifania all'inizio della quaresima; in partic., l'ultima settimana di questo periodo, dedicata tradizionalmente ai divertimenti e alle feste mascherate 2(fig.) il fantoccio/maschera che lo rappresenta; 3 (estens.) l'insieme delle feste, delle manifestazioni organizzate durante il carnevale; 4 (fig.) tempo di spasso e di allegria; chiasso, confusione; voce che etimologicamente si fa fa derivare da carne levare, perché dopo tale periodo cominciava l'astinenza quaresimale, ma che morfologicamente può accostarsi all’espressione latina carne(m)vale!= addio carne, per analoghi motivi. Taverna s.vo f.le 1 (ant.) bottega, 2 osteria, béttola di infimo ordine, 3 trattoria popolare. Quanto all’etimo si tratta di voce derivata dal lat. taberna(m) 'osteria, magazzino'; A proposito della voce a margine rammento i seguenti versi di un’ iscrizione posta sulla porta della taverna del Cerriglio(sec.XVII-XVIII): : Magnammo, amice mieje, e ppo vevimmo nfino ca nce sta ll'uoglio a la lucerna: Chi sa’ si all'auto munno nce vedimmo! Chi sa’ si all'auto munno nc'è taverna! (Mangiamo, amici miei e beviamo finchè c’è olio nella lampada (id est: finchè siamo in vita) chissà se all’altro mondo ci vedremo, chissà se all’altro mondo esisterà una bettola (dove sbevazzare…). La taverna del Cerriglio fu la piú famosa osteria, béttola di infimo ordine napoletana ubicata in zona porto nei secc. XVII – XVIII e s’ebbe il nome di Cerriglio perché nella zona dove si trovava la suddetta taverna esisteva un folto gruppo di querce (in napoletano la quercia è détta: cerriglio dal lat. cerrum→cerrillu(m)→cerriglio ) e con tale spiegazione (cfr. I.Doria) ci si libera per sempre anche delle fantasiose postulazioni del Basile (cerriglio= apportatrice di gioia (???n.d.r.)), del Celano (cerriglio= soprannome(???n.d.r.) dell’oste gestore della taverna , del D’Ambra (cerriglio= ciuffo dei bravi(???n.d.r.) idea derivata dalla pretesa che détta taverna fosse frequentata da gente di malaffare e non da onesti lavoratori portuali ), e del Croce che si inventò gratuitamente un corrillerus→cerriglio = furfanti che frequentavano la taverna. Brak

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