‘O CUCCHIERE ‘E TULETO, PENZAJE PENZAJE E MMENAJE SOTTO A
UNO!
Questa volta è stato il
caro amico S. C. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad
indicare solo le iniziali di nome e cognome) a
chiedermi, per le vie brevi di chiarirgli significato e portata dell’ espressione
partenopea in epigrafe. Gli ò cosí
risposto: la datata espressione, risalente alla fine del XIX secolo, desueta,
ma persistente nella memoria dei napoletani d’antan è da rendersi in italiano: Il
vetturino da nolo (aduso a condurre carrozze e carrozzelle da diporto) per via
Toleto,(benché prestasse soverchia attenzione, perse il controllo del
cavallo) trovolgendo un pedone; è espressione di dileggio usata per
sottolineare l’inutilità di taluni comportamenti come quelli tenuti dal
vetturino dell’espressione, che – occupato a tener d’occhio il movimento dei
pedoni – perse il controllo della bestia che trainava la carrozzella e finí per
investire un malcapitato passante. Da notare che nell’espressione in esame la
strada dove si verifica l’incidente è la centralissima, frequentatissima da
cittadini e mezzi di locomozione via Toledo che si ebbe il nome del viceré che
l’aveva voluta e che fu ed è una delle arterie principali di Napoli lunga circa
1200 metri, voluta dal viceré Pedro Álvarez de Toledo,[(Pedro Álvarez de Toledo
y Zuñiga (Salamanca, 1484 –† Firenze, 22 febbraio 1553)] nel 1536 su progetto
degli architetti regi Ferdinando Manlio conosciuto anche come Ferrante Maglione
(Napoli, 1499 circa – †Napoli, dopo il 1572), urbanista ed ingegnere napoletano
molto attivo nella sua città e Giovanni Benincasa, architetto di origini
senesi di cui mancano notizie biografiche; la strada correva lungo la vecchia cinta
muraria occidentale di epoca aragonese, cinta che per gli ampliamenti difensivi
proprio di don Pedro fu resa obsoleta e quindi eliminata. Il percorso dell’arteria inizia dall’odierna Piazza Dante [in origine
Largo Mercatello] e termina in Piazza Trieste e Trento, nella sequenza della
strada si diramano altre arterie di notevole importanza, piazze, chiese e
palazzi nobiliari. La via su cui aprono i battenti numerose botteghe è una
delle tappe del passeggio napoletano,
nonché della vita culturale. Come dicevo
la via molto frequentata da cittadini e mezzi di locomozione spesso
fu teatro di incidenti dovuti o a disattenzione dei passanti o dei cocchieri,
cosa che diede vita all’espressione esaminata.
E qui
penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto
l’amico S.C. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú
genericamente chi dovesse imbattersi in
queste paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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