1 - JIVE/GHIVE FACENNO ‘O GUAPPO A MMARE, MO FAJE ‘O STRUNZO DINT’Â SPASELLA!
Facevi il guappo in mare, adesso fai lo stronzo nel cestino
Detto a mo’ di sfottò per commentare l’ingloriosa fine di un pesce  che braveggiava in mare fino a quando non è stato pescato e messo sul banco del pescivendolo; per estensione il proverbio si attaglia a tutti coloro che, profittando di transeunte situazioni favorevoli,  braveggiano sui piú deboli fino a quando (essendo in realtà  persone stupide, odiose, saccenti e supponenti), venute meno quelle tali situazioni favorevoli al loro braveggiare, non incappino in chi li sottometta. 
guappo s.vo ed agg.vo m.1 camorrista, bravaccio 2 (estens.) persona sfrontata, arrogante | guappo’e cartone, persona che nasconde dietro l'arroganza e la sfrontatezza una reale debolezza; come agg.vo:  sfrontato, arrogante; 
quanto all’etimo  è dal latino vappa.
strunzo = stronzo, escremento solido di forma cilindrica 
e figuratamente: persona stupida, odiosa, saccente, supponente
l’etimo della voce napoletana è dritto per dritto dal tedesco strunz= sterco; 
spasella s.f. tipico piccolo e leggero contenitore di midollo ligneo intrecciato, in forma di vassoio rettangolare a sponde basse,privo di manici contenitore in uso tra i pescivendoli campani per esporvi la merce sistemata ordinatamente ed agghindata con ciuffi di alghe marine; è un contenitore che per avere l’intreccio a maglie piuttosto larghe ben si presta a far passare l’acqua usata per spruzzare il pesce contenuto nella spasella, al fine di mantenerne o rinverdire la freschezza.
Quanto all’’etimo la voce a margine risulta – come ò detto - essere un diminutivo (cfr. il suff. ella) di spasa s.f. ampio contenitore rettangolare o anche ovale di vimini intrecciato, a fondo piatto con sponde pronunciate, fornito di due manici,à l’etimo nel lat. neutro plur. expa(n)sa =cose distese part. pass. del verbo expandere.
2 - N' AGGIO SCAURATO STRUNZE, MA TU ME JESCE CU 'E PIEDE 'A FORA... 
Letteralmente: ne ò  bolliti di stronzi, ma tu (sei un  cosí grosso stronzo )che non entri per intero nella ipotetica  pentola destinata all'uso della lessatura. Iperbolica e barocca locuzione-offesa (forse un po’ becera…, ma divertentissima!) usata nei confronti di chi si dimostri per pensiero e/o azione,  cosí esageratamente pezzo di merda da eccedere  i limiti della pentola in cui dovrebbe o potrebbe   esser lessato/bollito. 
aggio scaurato= ò bollito, ò lessato voce verbale (1ª pers. sg.  pass. pross.) dell’infinito scaurare/scaurà = scaldare, render caldo, cuocere, lessare,bollire  derivato dal latino volgare ex (intensivo) + caldàre←calidare  con tipica alternanza osco-mediterranea d/r e consueto passaggio di al→au  come altrove da altus→àuto→àveto= alto  o da alter→àuto→ato= altro.
strunze = stronzi  plurale metafonetico di stronzo= stronzo
 s. m. (volg.) escremento solido di forma cilindrica 
 (fig.) persona stupida, odiosa, cattiva, maligna (e son  queste le accezioni considerate  per la voce in epigrafe) dim. stronzetto, stronzino. con etimo dal long. strunz = sterco;
jesce= esci  voce verbale (2° pers. sing. ind. pres.) dell’infinito ascire/ascí = uscire  ma qui debordare, tracimare  con etimo dal tardo lat. ab-exire→*a-(e)xire→assire→ascire;
piere/i= piedi, estremità  plur. metafonetico di pere= piede  con etimo dal lat. pede(m) con tipica alternanza osco-mediterranea d/r.
‘a fora = da/di  fuori  loc. avv. di moto da  luogo;
‘a (da non confondere con ‘a= la art. determ. femm.)  è la prep. semplice da  che deriva dal lat. de ab nei valori di moto da luogo, origine, agente ecc.; o dal  lat. de ad nei valori di moto a luogo, stato in luogo, destinazione, modo, fine ecc;
fora = fuori  avv. di luogo; la voce partenopea  deriva dal lat. fora-s  e non da fori-s (da cui invece l’italiano fuori)  come si evince – nel napoletano – dalla mancanza di dittongazione e/o metafonia                     
Raffaele Bracale
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