SCUCCHIA, SGHESSA E DINTORNI
Esistono alcuni vocaboli che stranamente, vengon usati in piú parlate regionali, ma non sempre (pur mantenendo le medesime omofonia ed omografia) con lo stesso significato; tra tali vocaboli segnalo qui il termine scucchia che si ritrova in varie parlate centro meridionali: Lazio, Umbria, Campania, Basilicata, ma mentre nelle regioni del centro (con derivazione da un acc. del latino volgare *scutula(m)→scut’la(m)→scucchia) significa: mento pronunciato, bazza , nelle parlate meridionali, con probabile maggior aderenza al significato della voce etimologica, sta a significare: guancia, gota (in part. il pomello).
Nelle parlate meridionali infatti il mento pronunciato,quando non addirittura scentrato, deviato (cfr. il famosissimo mento del principe della risata Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno De Curtis di Bisanzio Gagliardi, piú noto come Antonio De Curtis Antonio de Curtis, in arte Totò (Napoli, 15 febbraio 1898 – †Roma, 15 aprile 1967),), la bazza sono resi con la voce sguessa o anche sguéssera; ambedue queste due ultime voci (di cui la seconda: sguéssera, è solo un’estensione espressiva popolare dell’originaria sguessa) risultano essere, quanto all’etimo, un adattamento della voce sghessa che (derivata da un ant. alto tedesco geicz (voracità), con tipica pròstesi di una s intensiva, sincope della i ed assimilazione regressivacz→zz: sgeicz→sge(i)zza→sghessa ) indica una fame smodata, eccessiva; quella che,talvolta, impegnando in un lavoro abnorme bocca e mandibola, può determinare lo sviamento ed il pronunciamento del mento; da sghessa→sguessa con caduta dell’ acca e successiva palatalizzazione della e che intesa breve viene dittongata in ue; poi –come ò detto – per allungamento espressivo da sguessa→sguessera.
Rammenterò infine che la voce sghessa nell’identico significato di fame smodata, si ritrova con varî adattamenti in molti dialetti: emiliano (idem sghessa), lombardo(sgheiza, sgüssa) piemontese(gheisi) sardo(sghinzu) e persino nell’italiano sghescia.
Raffaele Bracale
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