domenica 21 agosto 2011

FÀ ‘O PIGNATIELLO A CQUACCHEDUNO

FÀ ‘O PIGNATIELLO A CQUACCHEDUNO

Sono stato sollecitato da una richiesta dell’amico G.V.(questioni di riservatezza m’impongono le sole iniziali delle sue generalità) che segue ciò che cotidie scrivo passim; l’amico dicendosi per altro molto soddisfatto delle spiegazioni date di altre antiche espressioni partenopee mi à chiesto di illustrare la locuzione in epigrafe per la quale non vi sono identità di vedute tra gli addetti ai lavori. L’accontento súbito ed entro in argomento dando innanzi tutto il significato in italiano della locuzione che è da intendersi letteralmente far da pentolino a qualcuno,e che nel suo significato traslato vale fare a qualcuno da sodale,da compagno,collega, complice, compare e ciò tenendo presente un’altra icastica espressione che suona: Parono 'o serveziale e 'o pignatiello.Id est Sembrano il clistere ed il pentolino. Questa locuzione viene usata per indicare due persone che difficilmente si separano, come accadeva un tempo quando i barbieri (che erano un po' anche cerusici)chiamati per praticare un clistere, si presentavano recando in mano un'ampolla di vetro atta alla bisogna, una cànnula di gomma ed un pentolino per riscaldarvi l'acqua occorrente..., di talché risultava che ‘o pignatiello (il pentolino) fósse il sodale del serviziale (clistere).Da quanto détto m’appare chiaro che non si possa fornire altra interpretazione della locuzione in esame e che l’amico avv.to Renato deFalco questa volta abbia preso un abbaglio e sia entrato in confusione interpretandola: predisporre un tranello, fare un dispetto, creare dei grattacapi a qualcuno forse lasciandosi abbagliare dal ricordo d’ un’ altra espressione che suonava fà/cumbinà ‘nu piattino/ piattiello a cquaccheduno questa sí avente il significato di predisporre un tranello, fare un dispetto etc.; per il vero nell’inteso comune del parlato napoletano le voci piattino o piattiello valgono manicaretto, golosità, bocconcino, squisitezza, delicatezza, prelibatezza, mangiarino per cui nel senso primo fà/cumbinà ‘nu piattino/ piattiello a cquaccheduno sarebbe da intendersi in maniera positiva: approntare a qualcuno un manicaretto, una golosità, un bocconcino, fargli cioé un atto di riguardo, d’ossequio,di riverenza, di rispetto; ma usata in senso antifrastico e soprattutto usando l’infinito cumbinà piuttosto che l’infinito fà ecco che l’espressione è da intendersi in maniera del tutto negativa e vale approntare un trappola, un tranello, combinare un inganno, un trabocchetto.
Mi spiace per l’amico Renato che s’è confuso tra piattiello e pignatiello e mi spiace per quelli che saccheggiano le pubblicazioni dell’amico Renato, ma mi corre l’obbligo di non seguirli nella spiegazione data e mi pare d’aver ben chiarito il perché di questa mia presa di posizione.
serviziale s.vo m.le = clistere, clisma, parola che fu anche (sia pure nella forma di servigiale) nell’italiano antico con i medesimi significati,forgiata sul lat. servitiu(m), deriv. di servus 'schiavo' + il suffisso di pertinenza ale da alis.
pignatiello= pentolino, pignattino, marmittina s.vo m.le diminutivo di pignata s.vo f.le , che anticamente fu anche: pignatto→pignato s. m. nei significati di
1) pentola molto capace, per lo piú di terracotta | (fam.) qualunque tipo di pentola. dim. pignattella, pignattina, pignattino (m.)
2) sorta di mattone forato impiegato nella costruzione dei solai. Tutto ciò sempre che non sia vero il contrario e cioè che un/una originario/a pignato/a partenopei non siano diventati pignatto e pignatto nell’italiano;
L’etimo è incerto; forse da un deriv. del lat. pinguis 'grasso', col sign. di 'recipiente per conservare il grasso, la sugna;con una lettura metatetica di pinguis→pignuis addizionato di apta→atta donde *pignatta (adatta a contenere il grasso).
Tuttavia un'altra scuola di pensiero ( alla quale mi piace aderire!) pensa ch'essa voce pignata possa derivare dal latino pineata(olla)in quanto il coperchio della pignata termina e terminava quasi sempre a mo' di pigna (in latino pinea donde pineata→pignata).
piattino/piattiello s.vi m.li diminutivi di piatto (dal lat. volg. *plattu(m), che è dal gr. platy/s 'largo, piatto')1 piccolo piatto, sotto tazza, piatto da frutta o da dolce 2 (per traslato) manicaretto, ghiottoneria, leccornia, golosità, bocconcino, squisitezza, delicatezza, prelibatezza, mangiarino
2 (per traslato antifrastico) intruglio, schifezza, brodaglia, broda, sbobba (o come nel caso che ci occupa) dispetto, inganno, tranello, sotterfugio, trabocchetto, tranello, trappola; imbroglio, truffa.
Rammento in chiusura che il diminutivo di pignata fu maschilizzato ottenendosi pignatiello piuttosto che pignatella/pignattella poiché in napoletano un oggetto (o cosa quale che sia) è inteso se maschile piú piccolo o contenuto del corrispondente femminile; abbiamo ad . es. ‘a tavula (piú grande rispetto a ‘o tavulo piú piccolo ),‘a tammorra (piú grande rispetto a ‘o tammurro piú piccolo ), ‘a cucchiara(piú grande rispetto a ‘o cucchiaro piú piccolo), ‘a carretta (piú grande rispetto a ‘o carretto piú piccolo ); ),‘a canesta (piú grande rispetto a ‘o canisto piú piccolo ), fanno eccezione ‘o tiano che è piú grande de ‘a tiana e ‘o caccavo piú grande de ‘a caccavella. Nella fattispecie il pignatiello risultava piú piccolo o contenuto di un’ipotetica pignatella/pignattella.
E qui faccio punto,convito d’aver risposto adeguatamente alla richiesta dell’amico G.V. , d’avere sgomberato il campo da taluni abbagli e d’aver interessato qualcun altro dei miei consueti ventiquattro lettori.
Satis est
R.Bracale




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