‘A VECCHIA ‘O CARNEVALE
Ad litteram: La vecchia del Carnevale.
Con l’espressione in epigrafe, si fa riferimento ad una
antichissima tradizione popolare che
vuole Pulcinella travestito in modo complicatissimo cosí da sembrar cavalcare
con delle gambe finte legate al petto della maschera un fantoccio di prosperosa ragazza che però à la faccia truccata da vecchia, fantoccio che
il Pulcinella porta legato in vita e che fa scuotere muovendosi tutto al ritmo
di una musica sfrenata prodotta da
triccabballacche scetavajasse e putipù. La danza sfrenata di Pulcinella così
agghindato si teneva per le strade della città bassa nel giorno [17 gennaio] di
sant'Antonio abate (Qumans 251 ca –deserto della Tebaide 17/1/356), [noto come
Sant’Antuono, per distinguerlo dal sant’Antonio da Padova,(Lisbona, 15 agosto
1195 – Padova, 13 giugno 1231), santo predicatore, la cui festività cade ai 13
di giugno]; la danza sfrenata del Pulcinella terminava a sera inoltrata nei pressi d'un
fucarazzo[cioè falò] dove il fantoccio della vecchia veniva bruciato. Perché bruciare la vecchia in
un falò dedicato a sant’Antuono? Semplicemente per profittare della
presenza dei tanti falò dedicati al
santo, presenti in molti crocicchi; e perché parlare di vecchia del Carnevale?
Perché quel Pulcinella agghindato in quella strana foggia era la prima
manifestazione della gioiosa festività del Carnevale che ufficialmente sarebbe principiato di lì a poco nel mese di febbraio!
Brak
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