UN ANTICO TERMINE: PACCHIOSA.
Ancóra una volta tenterò di dare adeguata risposta ad
un quesito dell’amico P.G. (al solito,
motivi di riservatezza mi impongono di
riportar solo le iniziali di nome e cognome di chi mi scrive per
sollecitar ricerche) che mi à chiesto di mettere a fuoco portata, significato ed
etimo dell’antico e pressoché desueto termine napoletano in epigrafe, usato
sino a tutta la prima metà del 1900 e poi sparito probabilmente per penuria di
coloro che lo usavano [gli scugnizzi]. Provvedo alla bisogna non senza aver
prima ringraziato l’amico che me ne à chiesto.Entriamo in medias res:
Pacchiosa prima agg.vo
femm.le e solo femm.le e poi sostantivo; quale agg.vo vale donna che sculetta, che dimena le natiche;
etimologicante è un deverbale di pacchià = dimenar le natiche frequentativo di
pacca mediante l'infisso. -j-→i; anticamente il termine fu usato anche come
s.vo benché impropriamente [per divertita confusione furbesca nel linguaggio
dei monelli della città bassa] quale sinonimo di parmosa [etimologicamente
dalla misura:(palmo)del legnetto fatto saltare] che indicava il gioco della
lippa, piú comunemente détto “mazza e ppivezo”. Ò parlato di divertitaconfusione furbesca perché nel
periodo tra la seconda metà del 1800 e la prima del 1900 nella città bassa
corse l’uso, poi abbandonato del tutto, di usare la voce pacchiosa collaterale
di pacchio [quale prestito del siciliano, ma con derivazione del greco pakkýs=carnoso,pingue ]
come uno dei tanti sinonimi per indicare l’organo esterno della riproduzione
femminile. E qui giunto mi fermo convinto d’avere esaurito
l’argomento, d’aver adeguatamente
risposto al quesito dell’amico P.G. e
sperando d’avere interessato i miei
consueti ventiquattro lettori.
Raffaele Bracale
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