‘O ‘NGIGNERE D’’O VESUVIO
Rispondo qui di seguito all’amica M.R.D.C. (i
consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali
di nome e cognome) che, via e-mail, mi à chiesto di chiarirle
significato ed origine dell’ espressione
partenopea in epigrafe.
Vengo súbito in medias res precisando che la locuzione
non è eccessivamente datata risalente com’è agli inizi del 1900, ma ancòra si
può cogliere sulla bocca dei napoletani d’antan nel suo precipuo uso di sfottò,
burla,
canzonatura, derisione di ògni individuo che arzigogoli, arrampicandosi quasi
sugli specchi,argomentando in modo bizzarro,
ricercato,pretestuoso, artificioso, contorto e spesso inconferente nel vano
tentativo di dar supporto ad una sua
affermazione priva di conclamate prove reali.La locuzione che chiama in causa
un ingenere del Vesuvio, non fa riferimento a quel tal ingegnere Olivieri
[mancano dati biografici] che nel 1878 fu l’ideatore della funicolare del
Vesuvio voluta dal finanziere Ernest
Emmanuel Oblieght (Budapest, 1838 – † Roma, 14 febbraio 1900) che ne ebbe
l'idea, ma nacque nella città bassa e fa
riferimento ad un altro ingegnere, lo
svizzero Emil Strub (Trimbach, 13 luglio 1858 –† IVI 15 dicembre 1909), che
progettò una ferrovia a scartamento di 1435 mm, con trazione a vapore,
dotata di 7,5 km di rotaia a cremagliera che consentisse un notevole
risparmio di tempo per i viaggiatori che affrontassero la salita alla stazione
inferiore della funicolare vesuviana che fino ad allora veniva
effettuata con carrozze a cavalli, con un tempo di percorrenza di circa 4 ore;
l'inaugurazione dell'impianto sulla tratta a monte del santuario di Pugliano,San
Vito-Eremo-Vesuvio (stazione inferiore della funicolare), avvenne il 28 settembre
1903.L’opera ebbe notevole successo e la figura dell’ingegnere svizzero divenne
nota anche tra i popolani della città bassa che lo ricordarono con
l’espressione in esame sia pure con l’intento di sbeffeggiare i parolai.
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento,
soddisfatto l’amica M.R.D.C. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro
lettori e piú genericamente chi dovesse
imbattersi in queste due paginette.Satis est. R.Bracale
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