LL’ABBETIELLO è PPICCERILLO MA CHINO ‘E
DEVUZZIONE.
Ad litteram: lo scapolare è piccolo, ma pieno di [segni di]
devozione.
Al di là del significato della prima lettura che fa
riferimento ad uno scapolare devozionale farcito non di un solo, ma di piú
santini benedetti, l’espressione è usata per alludere, in senso positivo, ad un
soggetto che benché piccolo d statura o poco prestante
fisicamente, abbia molte doti positive quali intelligenza, acume, solerzia,
attaccamento al lavoro e/o allo studio. Talora la locuzione è usata con
sarcasmo, in senso negativo, in relazione a bambino/a che a dispetto della
giovanissima età sia cosí tanto esuberante da procurar danni con la sua azione
da scavezzacollo.
A questo punto potrei porre un punto fermo, ma trovo
opportuno, per completezza, parlar del significato esatto e dell’etimologia del
termine abbetiello; premesso che l’abbetiello napoletano è il corrispettivo
dell’italiano abitino che a sua volta è un sinonimo di scapolare mi corre
l’obbligo di soffermarmi su tale ultimo termine
dicendo che SCAPOLARE [dal lat.
scapula, "spalla"] indicò in origine
una parte, quella piú
caratteristica dell'abito della maggior parte degli ordini monastici, adottata
anche da altri ordini e congregazioni religiose, consistente in una lunga pezza
rettangolare di stoffa che, lasciando passare la testa da un foro centrale,
pende più o meno sul dorso e sul petto. Il suo colore varia secondo gli ordini
monastici; con ogni probabilità pare che tragga origine dall'abito indossato
per preservare le vesti ordinarie dei monaci addetti al lavoro delle terre degli antichi monaci
benedettini. Poi anche gli oblati e i membri di secondi e terzi ordini
ricevettero lo scapolare proprio dell'ordine rispettivo, come segno di dipendenza
da esso. In progresso di tempo, per maggior comodità dei terziarî secolari, lo
scapolare venne ridotto a due piccoli pezzi di stoffa, spesso contenenti reliquie o immagini sacre, riuniti da due
semplici nastri che poggiano sulle spalle. L'uso di portare uno scapolare della
stessa forma dei precedente, ma di dimensioni anche minori, detto perciò
piccolo scapolare, fu esteso anche ai membri di confraternite dipendenti da
ordini religiosi;il piccolo scapolare, dapprima
in Sicilia [cfr. Verga] prese il nome di
abitino che rivela ancora la sua origine e pervenuto a Napoli divenne
abbetiello che è appunto il diminutivo locale del sostantivo abbito. Ma a poco
a poco, allontanandosi sempre più dall'idea primitiva, lo scapolare servì anche
di semplice distintivo di confraternite o pie unioni indipendenti da famiglie
religiose, e alcuni scapolari si possono portare senza entrare in
un'associazione pia. Gli scapolari più antichi e più conosciuti sono: quello
bianco della SS. Trinità, quello rosso della Passione, quello bruno o nero
della B. Vergine del Carmine (che, per esser diffusissimo, si suole chiamare
"lo scapolare" per
antonomasia), quello nero dell'Addolorata, quello ceruleo dell'Immacolata
Concezione, quello giallo e violetto di S. Giuseppe, ecc. È condizione
essenziale per godere dei privilegi spirituali, che lo scapolare sia di lana e
benedetto legittimamente e che venga portato continuamente nel modo consueto.
Quest'ultimo obbligo fu modificato da un decreto del S. Uffizio (16 dicembre
1910), che permette di sostituire lo scapolare con una medaglia- scapolare
avente da un lato l'immagine del S. Cuore di Gesù e dall'altro quella della
Madonna. Satis est.
R.Bracale Brak
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