giovedì 9 maggio 2013
CESSA ‘E MMERDA
CESSA ‘E MMERDA
cessa ‘e mmerda con questo epiteto apparentemente tautologico atteso che nella sua formulazione completa suona cessa ‘nquacchiata ‘e mmerda ( gran cesso lordo di escrementi!)ci si rivolge ad una donna ritenuta non solo laida, sordida, sudicia, repellente,ma grandemente, estremamente brutta, ributtante, ripugnante.La particolarità che d’acchito colpisce in questo epiteto baroccheggiante è la femminilizzazione del sostantivo cesso che diventa cessa in virtú del fatto che in napoletano un oggetto (o cosa quale che sia) è inteso se maschile piú piccolo o contenuto del corrispondente femminile; abbiamo ad . es. ‘a tavula (piú grande rispetto a ‘o tavulo piú piccolo ),‘a tammorra (piú grande rispetto a ‘o tammurro piú piccolo ), ‘a cucchiara(piú grande rispetto a ‘o cucchiaro piú piccolo), ‘a carretta (piú grande rispetto a ‘o carretto piú piccolo ); ),‘a canesta (piú grande rispetto a ‘o canisto piú piccolo ), fanno eccezione ‘o tiano che è piú grande de ‘a tiana e ‘o caccavo piú grande de ‘a caccavella; nella fattispecie volendosi con l’offesa che si lancia affermare che la donna cui è rivolta è veramente un grande cesso lordo di escrementi ecco che è parso opportuno femminilizzare cesso che diventa cessa;
il s.vo cesso vale 1 (ant.) luogo appartato
2 (pop.) gabinetto, ritirata, latrina
3 (volg.) luogo sporco, cosa o persona lurida, schifosa; è voce dal lat. recessu(m)→(re)cessu(m)→cesso, deriv. di recedere 'ritirarsi'
l’agg.vof.le nquacchiata/nguacchiata che à in nquacchiato/nguacchiato il m.le è esattamente il part.pass. del verbo nquacchià/nguacchià che nella parlata napoletana vengono usati per indicare: sporcare, insudiciare, macchiare, imbrattare, ed anche il mettere in atto un pasticcio di difficile soluzione,una situazione intrigata, deflorare una ragazza ed infine l’ungere o il condire esageratamente in ispecie con sugo di pomodoro, tutti fatti che sostanziano in ogni caso un lordura, una cosa sporca o anche un errore; faccio notare che etimologicamente trattasi di voci di origine onomatopeica e che la n d’attacco anteposta alle originarie voci quacchià/guacchià/ ed alibi quacchiarïà nonché a guacchio/quacchio, è sempre e solo una consonante eufonica migliorativa del suono delle parole che da quacchià/guacchià/quacchiarïà approdano a nquacchià/nguacchià/nquacchiarïà nonché da guacchio/quacchio, a nguacchio/nquacchio; si tratta precisamente di una consonante eufonica e non di un residuo di un in→’n per cui non à senso anteporre a nguacchio/nquacchio,nquacchià/nguacchià/nquacchiarïà un inutile ed incoferente segno diacritico (’) che presupporrebbe la caduta della vocale i di in e pertanto correttamente occorre scrivere nguacchio/nquacchio, nquacchià/nguacchià/nquacchiarïà e non ‘nguacchio/’nquacchio,o ‘nquacchià/’nguacchià/’nquacchiarïà come purtroppo càpita di leggere in talune raffazzonate pubblicazioni di sedicenti cultori e/o esperti del napoletano!
mmerda/merda s.vo f.le dal lat. merda(m) = escremento, sterco e figuratamente: cosa che disgusta, persona spregevole, situazione ripugnante | nella loc.ne agg.le ‘e mmerda= pessimo/a, spregevole: fà ‘na fijura ‘e mmerda: fare una figura di merda = fare una pessima figura; dal s.vo a margine deriva il s.vo m.le mmerdajuolo = raccoglitore di sterco; dal s.vo a margine deriva altresí l’agg.vo m.le o f.le mmerduso/mmerdosa = inetto/a, incapace, buono/a a nulla. o di ragazzo/a che si atteggino ad adulti;in tale significato sono usati piú spesso i diminutivi mmerdusillo/mmerdusella.
Brak
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