mercoledì 8 maggio 2013
SCIARDELLA.
SCIARDELLA.
Il termine in epigrafe manca in quasi tutti i calepini dell’ idioma napoletano in mio possesso, ma è parola che negli anni intorno al 1950 udii in casa e dalla viva voce del popolo della città bassa nel significato di donna inetta, di casalinga incapace di fare i donneschi lavori di casa con attenzione e secondo i crismi dovuti; è 'na sciardella la casalinga che lavi le stoviglie, facendosele scappare di mano e rompendole, che lavi i pavimenti con poca acqua, che spolveri superficialmente, che riponga gli abiti in modo raffazzonato, cosí che riprendendoli uno li trovi stazzonati e gualciti al punto di non poterli indossare; è 'na sciardella insomma una donna inetta ed inaffidabile, una sbadata patentata. Esiste anche un peggiorativo del termine ed è SCIUAZZA.
Per l'etimologia di sciardella, contrariamente a quanto ipotizzato dal mio amico il prof. Carlo Jandolo, (che pure è il solo ad avere avuto il merito di aver recipito la voce nel suo conciso dizionario etimologico napoletano,ma - quanto all’etimologia – ne congettura un legame con l’antico termine italiano:cialdino id est: cosa da poco) ritengo che sia piú opportuno risalire alla parola sciaddea - che già nell’entroterra napoletano è usata in forma di sciardea (parola che, derivata dal greco skedao, à il medesimo significato di : inconcludente, sbadata, dispersiva). Il percorso morfologico, che ipotizzo è il seguente: partendo da sciaddea attraverso un diminuitivo sciaddella e successiva rotacizzazione osco-mediterranea della prima D si perviene a sciardella. Per il termine sciuazza penso che si tratti di un’ addolcimento del termine sciazza ritenuto troppo duro e volgare,addolcimento operato attraverso l’introduzione di una facoltativa U non essendo dissimili i significati di sciuazza e sciazza : donna becera e sciattona, grandemente . trasandata, trascurata, disordinata La voce sciazza/sciuazza è etimologicamente dal latino exapta(m) (inadatta, sconveniente). Questo termine nella morfologia sciazza è presente nell’icastico misogino proverbio: ‘A femmena è bbella ‘nchiazza,ma dint’â casa è sciazza che ad litteram è : La donna è bella in piazza, ma in casa è becera, trasandata, trascurata, disordinata; id est piú in generale: la donna ama piú apparire che essere; infatti è solita imbellettarsi ed agghindarsi per sembrare a gli occhi dei piú piacente, leggiadra, elegante, affascinante, avvenente, attraente laddove nel privato è l’esatto contrario risultando essere repellente, sgraziata, sgradevole, oltreché rozza, villana, sguaiata, screanzata, confusionaria, disorganizzata, caotica. Raffaele Bracale
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