venerdì 17 febbraio 2017
VARIE 17/205
1.PARÉ ‘A LAMPA D’ ‘O SACRAMENTO
Ad litteram: sembrare la lampada del Sacramento Id est: essere cosí di salute malferma e d’aspetto smunto e macilento da potersi paragonare al piccolo cero, dall’esile fiammella che arde davanti la custodia del SS. Sacramento nelle chiese cattoliche, cero che però si consuma rapidamente.
lampa – s.vo f.le di per sé fiamma, ma anche estensivamente lampada, lume ed altrove pure quantità di vino ingollata in un’unica bevuta; spesso è usata figuratamente per significare la vita ed il suo durare; etimologicamente dal nom. sg. del latino lamp(s)-lampa(dis);
sacramento s.vo m.le 1 (teol.) nel cristianesimo, rito istituito da Ges ú Cristo per operare la salvezza dell'uomo; secondo alcune chiese (p. e. orientali e cattolica), conferisce o accresce la grazia; secondo altre, la testimonia nella fede: amministrare, impartire, ricevere i sacramenti | i sette sacramenti, nella chiesa cattolica, battesimo, cresima, eucaristia, penitenza o riconciliazione, unzione degli infermi, ordine e matrimonio: accostarsi ai sacramenti, confessarsi e fare la comunione | fare qualcosa con tutti i sacramenti, (fig. fam.) con tutte le regole, col massimo scrupolo
2 in particolare,come nel caso che ci occupa, scritto in segno di devozione e/o rispetto con l’iniziale maiuscola, il Sacramento dell'eucaristia | l'ostia consacrata: esporre il Sacramento, il SS. Sacramento
3 (ant. , lett.) giuramento solenne: a te guardando, / o bel sole di Dio, fo sacramento
dal lat. sacramentu(m), deriv. di sacrare 'consacrare'.
2.PARÉ ‘A LIMMA I ‘A RASPA
Ad litteram: Sembrare una lima ed una raspa; id est: détto, con riferimento all’asperità dei due utensili da carpentieri che venendo a contatto posson suscitare anche delle scintille,détto di due persone che per la ruvidezza dei rispettivi caratteri, se entrano in una qualche relazione son usi contrastarsi ripetutamente sino a giungere a continuo litigio.
limma s.vo f.le = lima, utensile manuale costituito gener. da una barra di acciaio temprato sulla cui superficie sono ricavati numerosi denti a bordo tagliente; serve ad asportare piccole quantità di materiale da superfici dure in lavori di sgrossatura e di rifinitura; voce dal lat. lima(m) con raddoppiamento espressivo della nasale bilabiale.
raspa s.vo f.le = raspa, utensile manuale, attrezzo simile ad una lima, ma con denti piú grossi e piú radi, usato soprattutto nella lavorazione del legno; serve ad asportare rapidamente piccole quantità di materiale da superfici dure in lavori di sgrossatura, ma non di rifinitura; voce deverbale di raspare/raspà che è dal germ. raspôn 'grattare'.
3.PARÉ ‘A MORTE ‘NCOPP’ Ê CCANTARELLE
Ad litteram: Sembrare la morte ( id est: un morto) su gli scolatoi. Détto con divertita irriverenza di qualcuno che sia tanto smagrito e male in arnese da potersi paragonare ad uno di quei cadaveri che temporibus illis venivano per un certo tempo inumati (in catacombe o ipogei di talune chiese provviste di terra santa) posti a sedere su di una sorta di ampi càntari o cantèri (vasi di comodo) fino a che, perduti per scolatura i liquidi corporali non risultassero tanto asciutti ed incartapecoriti da poter daro loro acconcia sepoltura in terra consacrata o direttamente in nicchie senza la necessità di tenerli dapprima in una bara lignea.
4.PARÉ ‘A MOSCA DINT’ Ô MMÈLE
Ad litteram: Sembrare la mosca nel miele. Détto icasticamente in riferimento a chi tenga un atteggiamento di contento piacere e grossa soddisfazione; costui viene rapportato ad una mosca che penetrata senza (per sua fortuna) restarne invischiata, in un barattolo di miele se ne satolli ad libitum traendone grande godimento.
5.PARÉ ‘A MOSCA DINT’ Ô VISCUVATO variante È GGHIUTA ‘A MOSCA DINT’ Ô VISCUVATO
Ad litteram: Sembrare la mosca nella cattedrale; variante È finita la mosca nella cattedrale.
Détti icasticamente di qualsiasi cosa che in un raffronto risulti estremamente piú piccola o contenuta dell’altra cui si ponga in rapporto. Segnatamente però l’espressione, (nella forma della variante) viene usata come icastico commento profferito da chi si lamenti d' un risibile asciolvere somministratogli, che non gli abbia tolto la fame. In effetti un boccone nello stomaco (adombrato sotto il nome di cattedrale), vi si sperde quasi, come una mosca entrata in una Cattedrale... Per traslato la locuzione e la sua variante vengono usate ogni volta che ciò che si riceve è parva res, rispetto alle attese...
Viscuvato s.vo m.le vescovado, di per sé 1 dignità, ufficio di vescovo: innalzare al vescovado
2 territorio sottoposto alla giurisdizione di un vescovo | l'edificio in cui il vescovo risiede; per ampliamento semantico la cattedrale (il tempio sede della cattedra del vescovo); voce dal lat. tardo episcopatu(m), deriv. di episcopus 'vescovo'
è gghiuta voce verbale (3ª pers. sg. ind. pass. pross.) dell’infinito jí/ghí/gghí dal lat. ire
BRAK
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