mercoledì 15 febbraio 2017
VARIE 17/194
1.'O CIELO DÀ FUNA LONGA Ê FRABBUTTE.
Il Cielo concede lunga fune ai birbanti
Id est: Per solito i cattivi soggetti vivono piú a lungo degli altri. Ciò però avviene non perché i disonesti e/o malvagi siano favoriti dal Cielo [come, improvvidamente, interpretò qualcuno], ma perché facendoli vivere piú a lungo il Cielo concede loro piú tempo, non certo per continuare a delinquere, ma per ravvedersi e pentirsi delle malefatte commesse.
frabbutto/a s.vo m.le o f.le
persona senza scrupoli, capace di qualsiasi slealtà; mascalzone, birbante.
Trattasi di parola pervenuta anche nella lingua nazionale, come farabutto quale palese adattamento del napoletano frabbutto derivato dal ted. freibeuter 'predone' a sua volta ricavato dall'ol. vrijbuiter, comp. di vrij 'libero' e buit 'bottino' = saccheggiatore, filibustiere
2.'O CIUNCO I ‘O CECATO
Ad litteram essa sta per il paralitico ed il cieco ed è espressione usata con riferimento sarcastico ad una coppia di individui che male in arnese procedano di conserva tendando inutilmente di prestarsi aiuto reciproco che non potrebbero mai fornirsi attese le pesanti menomazioni di cui son portatori. In senso piú ampio se non per motafora è locuzione da usarsi nei confronti di qualunque coppia di soggetti male assortiti che non possono sortire né sortiscono dal proprio operato risultati positivi poste le gravi carenze o insufficienze fisiche, ma piú spesso morali, di cui son portatori.
3.'O CONTE MMERDA A PPUCERIALE.
Letteralmente: Il conte Merda a Poggioreale. Così, per dileggio vien definito dal popolo colui che vanti falsamente illustri progenitori, o colui che si dia arie da nobiluomo incedendo con sussiego ed alterigia. Ma il personaggio in epigrafe esistette veramente in Napoli e tale nomignolo fu affibbiato dal popolo al patriarca, un tal conte Brasco Iannicelli[mancano precise notizie biografiche] di un’antica famiglia napoletana che aveva il possesso di una villa nella zona di Poggioreale. Tale signore ebbe, sul finire del 1800, in appalto la gestione delle latrine comunali e si meritò ipso facto il soprannome, pur se affidò in pratica la conduzione dell’appalto ad un suo fidato dipendente un non meglio identificato Ernesto che rispondendo al famoso soprannome di Ernesto a Ffuria,presidiava de visu le latrine comunali site all’estremità della via Foria,latrine da cui trasse ingenti guadagni con la selezione delle urine, rivendute ad idustrie chimiche per la produzione d’albumina.
4.'O CUCCHIERE 'E CHIAZZA: TE PIGLIA CU 'O 'CCELLENZA E TTE LASSA CU 'O CHI T'È MMUORTO.
Letteralmente: il vetturino da nolo: ti accoglie (dantoti dell’)'eccellenza e ti congeda bestemmiandoti i morti.Il motto compendia una situazione nella quale chi vuole ottenere qualcosa, in principio si profonde in ossequi e salamelecchi esagerati ed alla fine sfoga il proprio livore represso, come i vetturini di nolo adusi a mille querimonie per attirare i clienti, ma poi - a fine corsa - pronti a riversare sul medesimo cliente immani contumelie, in ispecie allorché il cliente nello smontare dalla carrozza questioni sul prezzo della corsa, o - peggio ancora - non lasci al vetturino una congrua mancia.
5.'O CULO 'E MAL'ASSIETTO NUN TROVA MAJE ARRICIETTO.
Letteralmente: il sedere che siede malvolentieri non trova mai tregua. Per solito, con la frase in epigrafe si fa riferimento al continuo dimenarsi anche da seduti che fanno i ragazzi incapaci di porre un freno alla loro voglia di muoversi.
Assietto s.m. = assetto, seduta, sistemazione, modo di sedere;quanto all’etimo è un deverbale dal lat. volg. *assedita¯re, frequent. di sedíre 'star seduto'
arricietto sost. masch. = tregua, calma, riposo ma pure sistemazione derivato del basso lat. *ad-receptu(m)→arrecettu(m)→ arricietto.
BRAK
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