giovedì 16 febbraio 2017
VARIE 17/202
1.ÒGNE ANNO DDIO 'O CUMANNA.
Letteralmente: ogni anno lo comanda Dio. E' la volgarizzazione del motto latino: semel in anno licet insanire" e ne conserva il medesimo significato che rammenta che una volta all' anno è lecito impazzire seu darsi al buon tempo...alla follia, al divertimento anche sfrenato, cosa che sarebbe addirittura imposta da Dio!
2.ÒGNE CCAPA È 'NU TRIBBUNALE.
Letteralmente: ogni testa è un tribunale. Id est: ognuno decide secondo il proprio metro di giudizio, ognuno è pronto ad emanar sentenze.
3.ÒGNE GGHIUORNO È TTALUORNO.
Letteralmente: ogni giorno è una fastidiosa ripetizione; id est: insistere reiteramente su di uno stesso argomento, non può che procurar fastidio; con la frase in epigrafe a Napoli si cerca di dissuadere dal continuare chi perseveri nel parlare sempre dello stesso argomento, finendo per tediare oltremodo l'interlocutore. Taluorno non deriva come improvvidamente e fantasiosamente pensò qualcuno (D’Ascoli), traendo – per un certo periodo – in inganno anche il sottoscritto..., non deriva da un latino: tal-urnus: ripetizione; in realtà il termine taluorno è da collegarsi all’antica voce latorno voce che nella lingua ufficiale è ormai desueta tanto da essere addirittura inopinatamente (manca persino nel Pianegiani!) esclusa nei correnti ed accreditati calepini della lingua italiana; tale latorno (etimologicamente deverbale di ritornare con dissimilazione r→l) indicò un lamento reiterato, una ripetizione noiosa, un canto o una persona fastidiosa e con una tipica dittongazione d’adattamento la voce latorno divenne latuorno in area calabro-lucana e poi anche pugliese, dove indicò il tipico lamento funebre delle prefiche (dal lat. praefica(m), f. dell'agg. praeficus 'messo a capo', deriv. di praeficere 'mettere a capo', perché questa donna era preposta al gruppo delle ancelle che piangevano; in effetti la prefica fu la donna che, presso gli antichi romani, veniva pagata per piangere e lamentarsi durante i funerali; l'usanza ancóra sopravvive in alcune aree mediterranee europee; scherzosamente la voce prefica è usata poi anche per indicare una persona che si lamenti per nulla; ,il lamento funebre, nelle aree soprindicate è detto anche riépeto/liépeto che semanticamente richiamano il latuorno/taluorno con il suo reiterarsi.Riépeto e liépeto sono un’unica voce con due grafie leggermente diverse cioè con la tipica alternanza/dissimilazione partenopea delle liquide r/l etimologicamente risultano essere deverbali di repetà, che da un lat. medioevale repetare indicò appunto il pianger lamentoso durante i funerali e/o le veglie funebri. Alla luce di tutto quanto detto mi pare che, relativamente all’etimo di talorno si possa finalmente affermare che in napoletano la voce taluorno indicò dapprima il tipico lamento funebre delle prefiche e poi estensivamente persona noiosa e/o ogni fastidio reiterato, e – quanto all’etimo- messo da parte il *tal – urnus del D’Ascoli, si possa con ogni probabilità intendere come lettura metatetica di latuorno→taluorno
4.OGNE SCARRAFONE È BBELLO A MMAMMA SOJA...
Ogni blatta(per schifosa che sia)è bella per la sua genitrice - Ossia: per ogni autore la sua opera è bella e meritevole di considerazione.
5.ÒGNE STRUNZO TÈNE 'O FUMMO SUJO.
Letteralmente: Ogni stronzo sprigiona un fumo. Id est: ogni sciocco à modo di farsi notare
BRAK
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