SCUCCHIA, SGHESSA E DINTORNI
Esistono alcuni vocaboli che stranamente,
vengon usati in piú parlate regionali, ma non sempre (pur mantenendo le
medesime omofonia ed omografia) con lo stesso significato; tra tali vocaboli
segnalo qui il termine scucchia che si ritrova in varie parlate centro meridionali: Lazio, Umbria, Campania,
Basilicata, ma mentre nelle regioni del centro (con derivazione da un acc. del latino volgare *scutula(m)→scut’la(m)→scucchia) significa: mento pronunciato, bazza , nelle parlate meridionali, con probabile maggior aderenza al
significato della voce etimologica, sta
a significare: guancia, gota (in part. il
pomello).
Nelle
parlate meridionali infatti il mento
pronunciato,quando non addirittura scentrato, deviato (cfr. il famosissimo
mento del principe della risata Antonio de Curtis, in arte Totò), la bazza sono resi con la voce sguessa o anche sguéssera;
ambedue queste due ultime voci (di cui la seconda: sguéssera, è solo un’estensione espressiva popolare dell’originaria sguessa) risultano essere, quanto all’etimo, un adattamento della voce sghessa che (derivata da
un ant. alto tedesco geicz (voracità), con tipica pròstesi di
una s intensiva, sincope della i ed assimilazione regressivacz→zz: sgeicz→sge(i)zza→sghezza→sghessa )
indica una fame smodata, eccessiva quella che,talvolta, impegnando in un lavoro abnorme bocca e
mandibola, può determinare lo sviamento ed il pronunciamento del mento; da sghessa→sguessa con caduta dell’
acca e successiva palatalizzazione della e che intesa breve viene dittongata
in ue;
poi –come ò detto – per allungamento espressivo da sguessa→sguessera.
Rammenterò
infine che la voce sghessa nell’identico
significato di fame smodata, si
ritrova con varî adattamenti in molti
dialetti: emiliano (idem sghessa),
lombardo(sgheiza, sgüssa) piemontese(gheisi) sardo(sghinzu) e persino nell’italiano sghescia.
Raffaele Bracale 27/02/07
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