ERRORI SESQUIPEDALI
1-Piglià asso pe fijura
Ad litteram: prender asso per figura Id est: Detto di chi incorre in un grossolano errore, confonde due elementi d'aspetto e valenza completamente diversi; locuzione mutuata dal giuoco delle carte napoletane nel quale giuoco solo un giocatore molto inesperto ed incapace può incorrere nell'errore di confondere l'asso con il fante o il cavallo o il re.
2 -Piglià 'a banca 'e ll'acqua p''o carro 'e piererotta oppure
3 - Piglià 'a sputazza p''a lira 'argiento.
Ad litteram: confondere il banco della mescita dell'acqua per il carro della festa di Piedigrotta oppure confondere uno sputo per una lira di argento Locuzione con cui si indicano sesquipedali errori in cui incorrono soprattutto gli stupidi ed i disattenti atteso che, per quanto coperto di elementi ornativi il piccolo banco dell'acquaiolo non può mai o meglio, non poteva mai raggiungere l'imponenza di un carro della festa di Piedigrotta, né mai un volgare sputo può esser confuso con una moneta d'argento.Per altri macroscopici errori vedi il seguente.
4- Hê sbagliato palazzo!
Ad litteram: Ài sbagliato palazzo! Id est: Ài malamente equivocato, ài preso un madornale granchio, ti sei comportato malissimo; avresti dovuto comportarti in maniera ben diversa; locuzione che segnala non un qualsiasi tipo di errore o qui pro quo, ma che attiene può specificatamente a quegli errori comportamentali capaci di suscitare in chi ne subisce gli effetti, sensibile, amaro dispiacere e il vago desiderio che colui che abbia sbagliato il palazzo si ravveda prontamente e, se può, ponga riparo all’errore nel quale è intercorso.
Esistono poi molti altri modi di segnalare e bollare errori commessi che non attengono al comportamento , ma sono generici, anche se- a volte - piú macroscopici lapsus; tra questi altri modi di dire segnalerò:
5- Piglià ‘o stipo pe don Rafele (confondere un armadio con un tal don Raffaele;locuzione mutuata da una farsa pulcinellesca, nella quale il tale don Raffaele era cosí corpulento da esser confuso con uno stipo(etimologicamente deverbale del verbo stipare=accumulare; lo stipo è l’armadio atto all’accumulazione);
6 - Piglià ‘o cuoppo ‘aulive p’’o campanaro ‘o Carmene (confondere il cartoccio conico contenente le olive con il campanile del Carmine Maggiore) confusione iperbolica ed impensabile non potendosi mai paragonare un piccolo cartocetto, sia pure conico con lo svettante e massiccio campanile del Carmine Maggiore campanile adiacente l’omonima basilica napoletana fatta erigere a partire dal 1301 con le elargizioni di Elisabetta di Baviera, madre di Corradino di Svevia e con le sovvenzioni di Margherita di Borgogna, seconda moglie di Carlo I d’Angiò; il campanile tirato su dall’architetto Giovan Giacomo di Conforto e dal frate domenicano fra’ Nuvolo che lo coronò con la cella ottagonale e la cuspide a pera carmosina, è uno dei monumenti piú famosi e riconoscibili della città partenopea;
7 - Piglià ‘o cazzo d’’o ciuccio p’’a lanterna 'o Muolo(iperbolicissima confusione tra il membro dell’asino ed il faro del Molo). e molte altre sulle quali è più opportuno non soffermarsi.
8 - Piglià ‘nu zzarro (prendere un granchio,un abbaglio, incorrere in un inciampo che determini all’errore) infatti la parola zzarro dall’arabo zahr è il dado ma anche il sasso sporgente dal suolo, quel sasso in cui si può facilmente inciampare.
Raffaele Bracale
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