SETTIMA DI RITORNO NAPOLI – ROMA 2 A 2
LI Ò VISTI COSÍ
Alla fine Mazzarri preferí non parlare di Rizzoli ma sottolineò che la sua squadra avrebbe meritato di piú. "Penso che dal punto di vista del gioco il Napoli ha perso due punti - disse Mazzarri ai microfoni di Sky -, Denis ha avuto almeno tre palle gol quando è entrato. Credo che il Napoli oggi abbia perso due punti. Denis è entrato, ha avuto almeno tre palle gol, è un giocatore importante per noi. La squadra gioca, arriviamo tante volte davanti alla porta, è un periodo cosí. L’importante è che la squadra giochi e costruisca, poi bisogna considerare anche la qualità degli avversari.
Intervistato poi da Rai Sport nel dopopartita di Napoli-Roma, Walter Mazzarri analizzò così gli aspetti positivi e quelli negativi dei suoi azzurri: «Non vorrei star qui a parlare del supposto rigore non dato o di quello dato che forse non c'era; è giusta l'indicazione di Nicchi che invita ad abbassare i toni, ci può stare che in campo, nella foga agonistica, scappi il commento fuori posto, l'importante è ricondursi all'equilibrio successivamente. Tendo ad analizzare tutta la gara: il Napoli avrebbe meritato di passare in vantaggio già nel primo tempo, ma persiste il nostro problema realizzativo sotto porta, poi dopo quei due gol presi su nostre ingenuità c'è stato un assedio. I cambi? Uno strumento importante per noi, mi sono utili a valorizzare tutti i giocatori della rosa». Ma Mazzarri dovrebbe pure spiegare perché si intestardisce a mettere Quagliarella prima punta laddove lo stabiese è sí e no un doppione di Lavezzi e può fare la seconda o terza punta non la prima! Ma mettiamo un po’ d’ordine nei pensieri e cominciamo da capo:Ieri fui solo perciò mi collegai senza l’assistenza morale dell’amico Federico sulle frequenze di SKY, convito però piú che mai che l'imperativo categorico sarebbe stato uno solo: concretizzare,e non importa se il risultato fosse giunto anche passando attraverso una partita brutta e scialba,in quanto che ieri piú che mai l'importante era vincere al contrario di quello che aveva precedentemente détto Mazzarri che alla viglia s’accontentava d’ ‘o quarto ‘e bullito, salvo a lamentarsene al termine della gara. Dico che se si vogliono cullare dei sogni, come il raggiungimento della Champions a malgrado di un organico buono in difesa con un discreto centrocampo, ma con un attacco dove bisogna affidarsi solo a san Denis atteso che Quagliarella fa tanto fumo e poco arrosto e Lavezzi fa la sua controfigura…, se si vogliono cullare dei sogni,bisogna fare risultato pieno,non le mezze misure in quanto il pareggio non serve quasi a nulla se non a millantarsi di continuare la striscia positiva.Si dirà sembra facile?Beh facile proprio no ma se Mazzarri desse un piú di disciplina tattica,come diceva il grande Mirko Novosel (allenatore di basket di fama mondiale che allenò a Napoli) il nostro Napoli,disciplinando tatticamente alcuni giocatori,secondo il mio parere potrebbe ancóra avere delle chances e mi riferisco soprattutto al grande dispendio che l'allenatore à fatto fare a Denis nelle ultime partite facendo sí che l'argentino poi non fosse lucido in fase realizzativa oppure disciplinare Quagliarella a fare dei movimenti che lo portino nel cuore dell'area di rigore avversaria e non defilandosi sempre tentando molto spesso colpi da lontano che non possono riuscirgli sempre.Infine la Roma era accreditata come avversaria tecnica e spigolosa quanto basti, ma secondo me con delle lacune sopratutto sulle fasce in fase di copertura e qui il Napoli avrebbe potuto giocarsi meglio la partita, con maggiore accortezza,maggior disciplina e maggior agonismo ma con un po’ meno d’ingenuità e sorretto dall’ encomiabile pubblico partenopeo; questa miscela avrebbe potuto far sí che ieri il Napoli aveesse ritrovato una vittoria importante. Invece non andò cosí; Napoli-Roma si rivelò una centrifuga di emozioni e di rimpianti da cui alla fine viene fuori un 2-2 che scontentò un po' tutti: i capitolini per aver gettato al vento al 90' 3 punti che avrebbero potuto mantenere la Roma nella scia dell'Inter, il Napoli perché collezionò l'ennesimo pari (4° nelle ultime 5 giornate) che di certo non lo aiuterà nella corsa alla Champions League.E per buona sorta in serata giunse la notizia che all’ Olimpico di Torino il Palermo aveva fatto il cu** alla vecchia baldracca del calcio italiano. Ne fui contentissimo perché se una squadra deve soffiarci il posto in Champions che sia il Palermo (capitale con Napoli del Reame) che sia il Palermo e non la Juve (degli odiati Savoia!). Torniamo all’incontro:
protagonista in negativo del frullato summenzionato fu l'arbitro Rizzoli, che decise di fare il protagonista; dopo aver sorvolato su di una clamorosa spinta di Burdisso alle spalle di Quagliarella nel primo tempo, non volle vedere, sullo 0-1, un netto rigore a favore del Napoli per fallo di Juan su Quagliarella,che incredibilmente fu ammonito per simulazione dal pupillo di Collina e poi, invece, al 90', giudicò severamente (compensazione?!) da massima punizione un tocco involontario col braccio (attaccato al corpo) di Mexes su stop a seguire ravvicinato di Denis che fu l’uomo decisivo per la parte napoletana.
Detto ciò va comunque evidenziato che il risultato complessivamente rispecchiò quanto avevano fatto vedere le due squadre. Il Napoli, pur mantenendo sempre l'iniziativa, faticò alquanto a mantenere alti i ritmi. E dopo un buon avvio, dovuto anche ad un pressing costante, si spense un po' , affidandosi troppo alle scontate velleitarie discese di Maggio sulla destra ed alle poche invenzioni di Lavezzi, mentre Quagliarella si manteneva troppo defilato e mai, salso raramente, nel cuore dell’area. Frutto della costante iniziativa napoletane due occasioni limpide: una di Rinaudo che non riuscí a chiudere in gol una manovra corale, l’altra clamorosa di Maggio che in finale di tempo si mangiò il gol sotto porta a portiere battuto! Meglio andò, paradossalmente,per gli azzurri quando inopinatamente ed ingiustamente si ritrovarono sotto 0-2. Perso per perso, ma con un Denis fondamentale punto di riferimento in piú in mezzo all'area, il Napoli ritrovò forza e coraggio e finí per riprendersi un punto, legittimato in precedenza da due colpi di testa, da vero centravanti, dello stesso Denis, terminati a lato di un niente. Nell’immediata vigilia dell’incontro di ieri, gli ingenui tifosi napoletani sorridevano (ma alla fine piansero) alla notizia della designazione di Nicola Rizzoli, trentottenne architetto di Mirandola, per il big-match del San Paolo: con lui il Napoli in casa non aveva mai perso (3 vittorie e tre pareggi). Quest'anno l’arbitro aveva già fischiato due volte gli azzurri, sempre a Fuorigrotta: nella gara della spettacolare rimonta al Milan (dallo 0-2 al 2-2 nei minuti di recupero) e l'1-0 alla Sampdoria.
Ed anche questa volta il Napoli non perse, ma non per merito dell’arbitro mirandolese;Nicola Rizzoli è generalmente considerato uno dei migliori fischietti italiani, pupillo dei designatori, addirittura erede di Collina, ma io che al solito non canto nel coro non potetti non pensare che proprio perché pupillo dei designatori il sig. Rizzoli non dovesse esser sordo ai desiderata del Palazzo (che vuole la Juve e non il Napoli in Champions). E ahinoi!, cosí fu.Il Napoli che pure avrebbe meritato di vincere, un po’ per demerito proprio, un po’ per le malevole, cervellotiche decisioni arbitrali,che non volle vedere due falli da rigore, due su Quagliarella: il primo sullo zero a zero, l’altro súbito dopo l’immeritato vantaggio romanista si dovette contentare dell’ennesimo pareggio casalingo. I napoletani s’erano illusi che il fischietto mirandolese non avesse un buon precedente con la Roma ricordando che nell'aprile del 2008 durante la trasferta dei giallorossi in casa dell'Udinese "incassò" tre "vaffa", uno dietro l'altro da capitano Totti, mostrando solo un timido cartellino giallo. Poca roba rispetto al gesto plateale del Pupone. Che poi, immortalato dalle telecamere, chiese scusa a tutti per il gesto che alla fine gli costò solo una multa di mille euro e non la squalifica. Anche perché Rizzoli nel referto parlò solo di "frase irriguardosa". Collina, che per l'arbitro della sezione di Bologna à pur sempre avuto una preferenza, non la prese bene e non lo fece fischiare in serie A fino alla fine della stagione. Ma ieri fischiò e come e sempre a senso unico: contro il Napoli (cosí come stabilito nel Palazzo!).Avesse il Rizzoli fischiato sullo zero a zero il rigore su Quagliarella, la partita avrebbe preso un’altra piega.
Un altro argomento: ricordo che un paio di giorni prima dell’incontro di ieri, una borsa di ghiaccio aveva indotto al sospetto: cosa si era fatto Quagliarella? Allenamento del giovedí, la partitina in famiglia, il centravanti era uscito ed, ovviamente, la domanda sorse spontanea: perché? Immediata la risposta: solo una contusione, motivi precauzionali, ma il Quagliarella visto ieri con la Roma non mi convinse: aveva qualcosa che non andava; fino a che si trattò di fare la foca ammaestrata nel cerchio di centrocampo, tutto ok, ma di lí in avanti buio pesto: defilato, fumoso, supponente ed improduttivo!
Tre gol nelle ultime nove partite: è quanto di meglio il Napoli fino ad ieri potesse raccontare. La miglior difesa del girone di ritorno (anzi, la miglior difesa dall’ultimo turno precedente alla sosta natalizia). Nove gare e appena tre reti incassate: tutte in una volta, per giunta, con l’Udinese. Un dato che fa da contraltare alle difficoltà in fase di realizzazione riscontrate nelle ultime quattro giornate. Un dato confortante, considerando che domenica sarebbe arrivata la Roma, ovvero, una squadra che nelle ultime nove giornate aveva realizzato diciotto gol. Il secondo attacco del girone di ritorno, contro la miglior difesa. Anche questo fu Napoli-Roma. Rinaudo e non Dossena; Walter Mazzarri era stato impegnato nella cura della fase offensiva - cura nel senso che la squadra doveva guarire dal mal di gol, un male che il tecnico sperava fosse di stagione e dunque passeggero -, e nel frattempo si godeva una ritrovata solidità difensiva che faceva invidia finanche ai campioni d’Italia: nelle ultime 9 partite, infatti, gli azzurri avevano incassato 3 gol contro i 5 dell’Inter e della Roma stessa; gli 8 del Milan; i 9 della Sampdoria; gli 11 del Palermo; i 14 della Juventus. Ermetismo allo stato puro. Con tre interpreti da poesia: Campagnaro, Cannavaro e Grava. Semplicemente strepitosi. In vista della sfida con i giallorossi furiosi - leggasi eliminati dall’Europa League - il problema fu proprio questo: l’assenza di Gianluca Grava (squalificato e infortunato). Un assetto da reinventare, dunque, legato soprattutto alle condizioni di Dossena, non ancora al meglio dopo il problema alla caviglia che lo aveva escluso dalla trasferta di Siena. Mazzarri non se la sentí di impiegarlo dal primo minuto,né sembrò piú probabile un inserimento graduale. Dalla panchina. Con Rinaudo centrale mancino ed Aronica sulla fascia sinistra in mediana. La scelta (per me errata!) di Mazzarri, per l’attacco fu di mettere insieme Ezequiel Lavezzi e Fabio Quagliarella che tornarono in campo dal primo minuto, l’uno al fianco dell’altro (con Hamsik a completare il tris d’assi).Si continuò con l’equivoco che i due (che per me sono due doppioni…) fossero la coppia che d’estate aveva fatto sognare il popolo azzurro e che ora lo fa sperare: perché la staffetta verso la Champions, verso l’Europa, non potesse prescindere dalle frazioni di questi due attaccanti. I giocatori piú talentuosi, insieme con lo slovacco, che dovranno trascinare il Napoli: perché un ottimo giocatore diventa un grande giocatore quando riesce a essere decisivo. Il ritorno Lavezzi e Quagliarella, dicevo. E poi il fastidioso mal di gol: gli azzurri avevano realizzato appena una rete nelle ultime quattro partite, è storia nota, e quando il gioco si fa duro è allora che i duri cominciano a giocare. Il Pocho e il Quaglia non lo facevano insieme, con una certa continuità, da un bel po’: dalla trasferta di Bergamo con l’Atalanta. Dal 6 gennaio, per la precisione. Poi, uno spezzone con la Samp quattro giorni dopo - prima dell’infortunio di Lavezzi - e uno con il Siena. In mezzo, cinque giornate di separazione e risultati collettivi d’attacco non certo esaltanti: tre gol, due a Livorno e uno a Udine, e tre 0-0 con Palermo, Genoa e Inter. Oltre a quello in Toscana. E se con i rosanero tutto sommato il pareggio fu giusto, contro le altre la rabbia e la delusione schizzarono in orbita: il Napoli nelle giornate andate spesso aveva dominato, a tratti surclassato l’avversario sul piano del gioco, costruendo occasioni e regalando emozioni, ma di gol neanche l’ombra. Pali e traverse, quelle sí e quante! Quagliarella è un esperto del settore - quattro in altrettante partite - ma è anche il vicesindaco dei tiratori del campionato con cento tiri (tredici meno del laziale Zarate). Fino a sabato u.s. aveva realizzato 7 gol, una gioia che mancava proprio dal 6 gennaio a Bergamo: esecuzione da cineteca e stop. Lavezzi, invece, l’uomo degli assist (3) a caccia di una gioia che, al San Paolo, mancava addirittura dal 31 gennaio 2009. Un anno e un mese. L’ultimo graffio del Pocho risaliva alla trasferta di Cagliari, ma il suo campionato era stato finora condizionato dai malanni. Beh, ieri tornò: guarito! E Walter Mazzarri lo aveva provato con Quagliarella, non piú sofferente alla caviglia, ed Hamsik in vista appunto della sfida con la Roma: il tridente (mascherato) era pronto. Per il Quaglia, però, era un momento importante anche in chiave Nazionale: il ct Lippi, infatti, avrebbe diramato ad ore la lista dei convocati per l’amichevole di mercoledí p.v. con il Camerun a Montercalo. Fabio ci sperava. Napoli era con lui. Per il resto, Campagnaro aveva saltato una seduta d’allenamento per un leggero affaticamento: pausa prevista,però e nessun allarme. I dubbi del tecnico toscano riguardarono comunque la difesa: con Grava squalificato (ed anche infortunato), e Mazzarri decise di inserire Rinaudo confermando Aronica sulla sinistra a centrocampo. Molto, però, dipese dalle condizioni di Dossena, reduce da un problema a una caviglia: se il suo stato di forma sarebbe stato accettabile, avrebbe giocato lui (con Aronica in difesa): perché a sinistra l’ex britannico avrebbe potuto davvero garantire il salto di qualità. Mancò ancóra Santacroce, influenzato e debilitato, mentre non destarono preoccupazione le condizioni di Maggio, pronto e pimpante. Soprattutto perché al San Paolo c’era il pienone, con trentamila, a sabato i biglietti già venduti.
Nell’immediata vigilia Hamsik aveva parlato del suo futuro con la maglia azzurra: «A Napoli sto alla grande. Spero di rinnovare presto il contratto. Amo questa città: se mi propongono un accordo anche di 15 anni lo firmo subito».
«Battere la Roma significa anche rilanciarsi nella corsa alla Champions:Se arriviamo quarti, mi faccio la cresta di azzurro»
DE SANCTIS 5,5 meno reattivo del solito; tentò di opporsi alla bomba del brasiliano Baptista sul rigore, ma restò colpevolmente fermo sul tiro a giro di Vucinic
CAMPAGNARO 5,5 altalenante e stranamente ingenuo (media di 7 (buon primo tempo)e di 4 ( cattiva ripresa)Un uomo della sua esperienza non sarebbe mai dovuto cadere nella trappola del pachiderma Baptista che dal primo minuto cercò lo scontro fisico per guadagnarsi calci di punizioni e/o rigori… cosa che puntualmente avvenne, complice la cecità (interessata?) del fischietto mirandolese.
ZUNIGA s.v. fece numero, ma non altro.
CANNAVARO6 non fece danni ed è già tanto!
RINAUDO 6,5 attento e reattivo il migliore dei suoi in difesa.sfiorò anche il gol.
MAGGIO5,5 fumoso e sprecone
CIGARINI s.v. entrò tardi ed inutilmente
GARGANO 6+ fece sentire la sua presenza, ma sbagliò troppi passaggi decisivi
PAZIENZA6,5 gran diga a centrocampo s’accollò il lavoro sporco.
(DENIS) 9 Entrò e cambiò il volto all’incontro; segnò e procurò il rigore del pareggio
ARONICA6,5 sulla fascia non concesse nulla! Emerse soprattutto nel finale, quando fu il momento dei combattenti,
LAVEZZI6,5 buon ritorno, ma troppo fumo e poco arrosto
HAMSIK 7 freddo e determinato
QUAGLIARELLA4,5 fumoso, irritante e senza personalità.
MAZZARRI 6+ di stima perché l’incontro di ieri lo aveva preparato male ed interpretato peggio puntando al pareggio e mandando in campo uno spento Quagliarella invece del volitivo Denis che entrato gli cavò le castagne dal fuoco.
L’arbitro RIZZOLI 4 e l’ò trattato bene! Volle fare il protagonista; come da antica abitudine a malgrado mancasse Totti (aduso ai “vaffa”) fu in palese soggezione morale nei confronti della Roma ed entrò in campo deciso a non vedere gli atteggiamenti rissosi e provocatorii dei giallorossi (Baptista, Vucinic, Juan e Burdisso in testa); fischiò sistematicamente e per partito preso contro gli azzurri: non volle vedere due rigori per falli su Quagliarella che, nella seconda occasione fu scandalosamente addirittura ammonito per simulazione!; abboccò all’esca approntata dal pachiderma Baptista che cercò il contatto fisico con Campagnaro e si lasciò cadere pesantemente a terra in area, per procurarsi il rigore del vantaggio giallorosso; sbagliò insomma ripetutamente; poi al novantesimo preso da improvviso rimorso di coscienza accordò al Napoli un rigore per fallo di mani (chiaramente involontario) e sbagliò ancóra perché nel calcio gli errori arbitrali non si compensano, ma si sommano: un arbitro che erroneamente non concede due sacrosanti rigori e poi, per riparare, ne dà uno inesistente non elide uno dei due errori iniziali, ma ne aggiunge un terzo! Un arbitro non deve compensare, non deve sbagliare, mettendosi nella condizione di dover compensare!
Quando arriveranno arbitri svizzeri o tedeschi? Questi italiani sono una vera iattura!!!
R.Bracale
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