E CQUANNO MAJE SI’ JACULO È GGHIUTO Â MESSA?!
La desueta e datatissima
[risalente addirittura alla seconda metà del 1600] locuzione interrogativa
esclamativa da rendersi in lingua nazionale, con tono di sorpresa: “E quando è
mai (accaduto) che il signor Giacomo si è recato a Messa?!”nacque a Napoli
nella città bassa in riferimento a chi tenesse o fósse accreditato di tenere
atteggiamenti inconsuenti ben diversi da quelli normalmente tenuti... e nacque
prendendo spunto da ciò che era accaduto a quel tal  Giacomo Fantuzzi che nato  a Ravenna il 9 maggio 1616 quale discendente
dal ramo ravennate dell'antica e nobile famiglia bolognese  di quel  Monte,magistrato dei Savi,  ricevette un'ottima educazione, tanto che,
dopo esser stato avviato agli studi letterari e 
conseguita  una laurea in utroque
ed  un'altra in discipline umanistiche,
si  trasferí a Roma presso la corte
pontificia e  fu destinato da Innocenzo X[(Roma,
6 maggio 1574 – †Roma, 7 gennaio 1655),  236º papa della Chiesa cattolica] [benché
notorio mangiapreti ed  in giovane età e
molto prima che poi, convertitosi, fósse ordinato sacerdote]  ad uditore della nunziatura di Polonia e  nel 1645 il nunzio Giovanni De Torres lo
nominò protonotario apostolico per un lungo periodo durato  circa sette anni, dall’ agosto 1645 al maggio
1652.Lasciata la Polonia iniziò  un
avventuroso viaggio di ritorno a Roma, percorrendo  un iter geografico-culturale estraneo alla sua
conoscenza della realtà religiosa, ma che gli 
forní un approccio piú concreto ad una parte d'Europa sconvolta dalla
guerra dei trent'anni.La vertiginosa carriera di Giacomo Fantuzzi fu attribuita
dal popolo minuto della nostra città bassa non alla cultura, nè alla sua
sapienza, né al savoir faire bensí al solo fatto che avesse un volto da bravo
ragazzo o addirittura da uomo consacrato, i medesimi che talora mostrano di
avere  o sono ritenuti di mostrare alcuni
che in realtà agiscono da cattivi soggetti [cosa che, nella locuzione in
esame,è resa con l’espressione:  non
sentir messa  ]. A margine di quanto
détto rammento che talora, ma erroneamente, la locuzione in esame è riportata
come:  “E quanno maje zi’ Jaculo è
gghiuto â messa?!”incorrendo nel quiproquó di confondere   zio e
signore attraverso la  la trasformazione
del corretto si’ (che è di per sé l’apocope di si-(gnore) con uno scorretto zi’
(che è l’apocope di uno zio/a etimologicamente derivante da un tardo latino thiu-m;
similmente, in altre locuzioni che originariamente son forgiate con  il  sié
(signora)si trova un’incongrua ‘a zi’ che vale zia ed etimologicamente deriva da un tardo latino
thia-m forgiata su di un greco tehîos;  sié   è l’apocope ricostruita di signora dalla  voce francese femminilizzata e metatetica di
seigneur cioè da  seigneuse→sie-(gneuse).
Jaculo nome proprio m.le
[alibi anche Jacuvo] id est Giacomo; etimologicamente  Jaculo ed Jacovo    altro
non sono  che l’adattamento del nome
proprio francese Jacque, nome con il quale colà si soprannominò il contadino
sciocco e semplicione, contadino che in tal veste entrò nel teatro delle
marionette dove fu Jacovo o Jacoviello e le sue azioni furono le jacovelle
jacuvelle  o, con diversa scrittura, le
ghiacovelle sostantivo che già trattai abbondantemente.
Satis est. R.Bracale
 

 
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