CURNUTO CUNTENTO
Mi è stato chiesto perché mai d’un marito tradito si dica
che sia curnuto e talora addirittura curnuto cuntento. Premetto che sul web
non circolano spiegazioni se non quella che secondo alcuni,che però non documentano il loro
assunto, fu a Costantinopoli al tempo
dell’imperatore Andronico Comneno (1120 circa -1185) che l’espressione
“avere le corna” e l’aggettivo cornuto cominciarono ad avere il significato ingiurioso attuale. Si
racconta infatti che l’imperatore
Andronico Comneno usasse rendere noti i suoi successi amorosi facendo appendere
nei luoghi piú frequentati della capitale le teste dei cervi da lui uccisi a
caccia. La cosa non confortata da
documenti, à tutta l’aria d’essere una favoletta; per cui lasciando perdere l’imperatore
ed i suoi cervi, atteniamoci al
linguaggio popolare e segnatamente alle
espressioni italiane “far becco”, “essere becco”(espressione quest’ultima che in napoletano diviene “essere piecuro”) riferite al marito che abbia la disavventura
d’essere tradito in senso biblico dalla
propria compagna). Da esse espressioni si può con ogni probabilità ricollegare tutta la faccenda del cornuto sinonimo di
tradito, al
comportamento sessuale della capra femmina che
abbondantemente infedele si lascia montare da tutti i maschi del gruppo
senza che il maschio piú
anziano ( becco, caprone o irco) abbondantemente provvisto di due imponenti corni
ritorti, reali e non metaforici, faccia
alcunché per impedirglielo risultando cosí, come nell’inteso popolare,non solo cornuto, ma anche contento, cioè soddisfatto del comportamento
della sua femmina. curnuto/a
agg.vo m.le o f.le [lat. cornūtus, der. di cornu
«corno1»]. –
1. Fornito/a di corna;
2. pop.come nel caso che ci occupa Titolo d’ingiuria al partner tradito, riferito
generalmente all’uomo, raramente alla donna: marito c.,
o, come sost., un c., e rispettivam. moglie c.: quella è una cornuta; talora rafforzato: cornuto e contento;
è anche titolo ingiurioso generico, talora scherzoso.
cuntènto/a agg.vo m.le o
f.le [lat. contĕntus, part. pass. di continere «contenere», quindi propr. «contenuto;
pago di qualche cosa»]. –
1.
Appagato, soddisfatto di quanto si fa o si riceve; si costruisce in genere con
la prep. ‘e (di): so’ ccuntento ‘e avé
fatto ‘o duvere mio(sono contento di aver fatto il mio dovere); so’ ccuntento ‘e te(sono contento di te); sî ccuntento ‘e comme è gghiuta ‘a
festa? ( sei contento di come è riuscita la festa?); nun è mmaje
cuntenta ‘e niente(non è mai contenta di nulla).
In usi assol.: dichiararsi, chiamarsi contento, dichiararsi soddisfatto; fare contento qualcuno, accontentarlo, dargli
soddisfazione:v’aggiu ditto ca avite raggiona, tanto pe ffareve cuntento! (Vi ò detto
che avete ragione voi, tanto per farvi contento.
irco s.vo
m.le [dal lat. hircus] (pl. -chi) –
Capro, becco (il maschio della capra);
bécco s.vo m.le [da un lat.volg. *becu-m che diede un sg. becio
ed un pl. becci donde si ricostrí il sg. becco collaterale di becio]
(pl. -chi). – 1. Maschio della capra atto alla riproduzione. 2. fig.,
spreg., volg. Marito tradito dalla moglie (traslato suggerito dalle
corna dell’animale).
piecuro s.vo
m.le[adattamento al maschile del f.le
pecora che è dal lat. pecŏra,
neutro pl. di pecus pecŏris «bestiame in genere; pecora»]. 1.
Montone, maschio della pecora o della capra;
2.
In senso fig., e spreg., uomo
vecchio, brutto, di poco conto; marito
tradito dalla moglie (traslato suggerito dalle corna dell’animale).
Brak
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