martedì 10 settembre 2013

LENTÍA ‘E STOMMACO

LENTÍA ‘E STOMMACO Questa volta è stato il caro amico G. R. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a propormi un quesito relativo all’ espressione partenopea in epigrafe. Gli ò risposto precisandogli che si tratta di un’espressione remota e desueta che nel linguaggio della città bassa e di taluna provincia costiera ,nella sua piú corretta e completa morfologia: lentíatura ‘e stommaco valse crepa, fagliatura, fenditura, fessura, incrinatura, spaccatura di stomaco nel senso di avvisaglia di fame e fu infatti usata allorché avvicinandosi l’ora canonica del desinare si provava nello stomaco una languidezza, un vuoto tali da esser costretti a dover súbito mettere in bocca qualcosa. Il termine lentíatura donde il ridotto lentía come dall’amico ricordato, è un deverbale di lentiarse= spaccarsi, fendere che a sua volta è una forma frequentativa del lat. lentare! E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico G.R. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in questa paginetta.Satis est. Raffaele Bracale

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