venerdì 21 agosto 2020

ALLISCIÀ ‘A CÓRA Â MUSCIA

ALLISCIÀ ‘A CÓRA Â MUSCIA

Anche questa volta faccio sèguito ad  un  quesito rivoltomi dall’amico V. S.. (al solito, motivi di riservatezza mi impongono di  riportar solo le iniziali di nome e cognome di chi mi scrive per sollecitar ricerche) che mi à chiesto di spender qualche parola per illustrare significato ed origine della icastica locuzione in epigrafe.

Gli rispondo illico et immediate dicendogli che l’espressione che in italiano suona: Carezzare la coda alla gatta significa porsi volontariamente e sprovvedutamente in un grosso pericolo e si riferisce a tutte quelle situazioni in cui un soggetto benché sappia di poter correre un pericolo, ugualmente sua sponte si pone nella situazione di subire un danno con il proprio fare sconsiderato, avventato, dissennato, scriteriato, se non  irragionevole ed irrazionale. La locuzione in esame trae dalla semplice osservazione della reatà. È noto infatti che il gatto  di sesso femminile, ancorché sovente venga accolta tra le mura di casa, sia tra gli animali domestici tra i piú infidi pronta ad aggredire, tirando fuori gli artigli, capace di graffiare e modere se non è carezzata tra le scapole, ma improvvidamente lisciandole la coda. Tutto ciò dovrebbe esser ben noto a chiunque per cui chi osasse carezzare, coccolare una gatta  sfiorandole la coda si porrebbe volontariamente nella situazione di essere aggredito o assalito dal felino. Va da sé che la situazione sussiste anche in senso figurato quando qualcuno sapendo di incorrere in un pericolo si pone nella situazione sfavorevole anche quando non ce ne sia bisogno.

Non mi pare ci sia altro da aggiungere per cui mi fermo qui, sperando d’avere accontentato l’amico V.S. ed interessato qualcun altro  dei miei ventiquattro lettori e  chi  forte dovesse imbattersi in queste paginette. Satis est.

Raffaele Bracale

 

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