15 ESPRESSIONI [24.2.21]
1. Ô ricco lle more 'a mugliera, ô pezzente le more 'o ciuccio.
Ad litteram: al ricco viene a mancare la moglie, al povero, l'asino... Id
est:Il povero è sempre quello piú bersagliato dalla mala sorte: infatti al
povero viene a mancare l'asino che era la fonte del suo sostentamento, mentre
al ricco viene a mancare la moglie, colei che gli dilapidava il patrimonio;
morta la moglie il ricco non à da
temere rivolgimenti di fortuna, mentre il povero che à perso l'asino sarà
sempre piú in miseria.
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2. Pazze e ccriature, 'o Signore ll'ajuta.
Ad litteram: pazzi e bimbi, Dio li aiuta. Id est: gli irresponsabili godono
di una particolare protezione da parte del Cielo. Con questo proverbio, a
Napoli, si soleva disinteressarsi di matti o altri irresponsabili, affidandoli
al buonvolere di Dio e alla Sua divina provvidenza e protezione .
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3. Si comme tiene 'a vocca, tenisse 'o culo, farrísse ciento
pirete e nun te n'addunasse.
Ad litteram: se come tieni la bocca, avessi il sedere faresti cento peti e
non te n'accorgeresti; il proverbio è usato per
bollare l'eccessiva verbosità di taluni, specie di chi è
logorroico e parla a vanvera, senza alcun costrutto, di chi - come si dice -
apre la bocca per farle prendere aria, non per esprimere concetti sensati.
culo = culo, sedere;
etimo:dal lat. culum che è dal
greco koilos – kolon
pireto= peto,
scorreggia; etimo: latino peditum
addunasse=
accorgeresti voce verbale (cong. imperfetto 2° p. sing.) di addunà/arse= accorgersi; etimo: franc.
s’addonner (darsi, dedicarsi).
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4. Si 'a rena è rrossa, nun ce mettere nasse.
Ad litteram: se la sabbia(il fondale del mare) è rossa, non mettervi le
nasse(perché sarebbe inutile). Id est: Se il fondale marino è rosso - magari
per la presenza di corallo, non provare a pescare, ché non prenderesti nulla.
Per traslato il proverbio significa che se un uomo o una donna ànno
inclinazioni cattive, è inutile tentare di crear con loro un qualsiasi
rapporto: non si otterrebbero buoni risultati.
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5. Si 'a tavernara è bbona, 'o cunto è sempe caro.
Ad litteram: se l'ostessa è procace, il conto risulterà sempre salato. Lo si
dice a mo' d'ammonimento a tutti coloro che si ostinano a frequentare donne
lascive e procaci, che per il sol fatto di mostrar le loro grazie pretendono
di esser remunerate in maniera eccessiva...
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6. Nun te dà malincunía, nè pe malu tiempo, nè pe mala
signuria.
Ad litteram: non preoccuparti nè per cattivo tempo, nè per pessimi
governanti. Id est: sia il cattivo tempo, che i governanti cattivi prima o
poi cambiano o spariscono per cui non te ne devi preoccupare eccessivamente
fino a prenderne malinconia...
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7. 'Ammuina è bbona p''a guerra...
Ad litteram: il caos, la baraonda è utile in caso di guerra; id est: per aver
successo in caso di lotta occorre che ci sia del caos, della baraonda;
mestando in esse cose si può giungere alla vittoria nella lotta intrapresa.
ammuina = chiasso, confusione, fastidio;
etimo: deverbale del verbo spagnalo amohinar(infastidire).
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8. Astipate 'o piezzo janco* pe quanno venono 'e juorne nire.
Ad litteram: conserva il pezzo bianco per quando verranno le giornate nere.
Id est: cerca di comportarti come una formica;
‘o piezzo janco è
letteralmente il pezzo bianco e
cioè la grossa moneta d’argento (scudo)
anticamente detta appunta piezzo; non dilapidare tutto quel che ài: cerca di
tener da parte sia pure un solo scudo d'argento (pezzo bianco) di cui potrai
servirti quando verranno le giornate di miseria e bisogno.
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9. Male e bbene a ffine vène.
Ad litteram: il male o il bene ànno un loro termine. Id est: Non preoccuparti
soverchiamente ma non vivere sugli allori perché sia il male sia il bene che
ti incorrono,non sono eterni e come son cominciati, cosí finiranno.
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10. Chi tène pane e vvino, 'e sicuro è giacubbino.
Ad litteram: chi tiene pane e vino, di certo è giacobino. Durante il periodo
(23/1-13/6 1799)della Repubblica Partenopea, il popolo napoletano considerò
benestanti, i sostenitori del nuovo regime politico. Attualmente il proverbio
è inteso nel senso che sono ritenuti capaci di procacciarsi pane e vino, id
est: prebende e sovvenzioni coloro che militano o fanno vista di militare
sotto le medesime bandiere politiche degli amministratori comunali, regionali
o provinciali che a questi nuovi giacobini son soliti procacciare piccoli o
grossi favori, non supportati da alcuna seria e conclamata bravura, ma solo
da una vera o pretesa militanza politica.
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11. Dicette 'o paglietta: a ttuorto o a rraggione, 'a cca à
dda ascí 'a zuppa e 'o pesone.
Ad litteram: disse l'avvocatucolo: si abbia torto o ragione, di qui devon
scaturire il pasto e la pigione; id est: non importa se la causa sarà vinta o
persa, è giusto assumerne il patrocinio che procurerà il danaro utile al
sostentamento e al pagamento del fitto di casa. Oggi il proverbio è usato
quando ci si imbarchi in un'operazione qualsiasi senza attendersene esiti
positivi, purché sia ben remunerata.
pesone =
pigione, fitto da pagare; etimo: latino acc. pensione(m)da pendere=
pesare, pagare.
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12. 'O diavulo, quanno è vviecchio, se fa monaco cappuccino.
Ad litteram: il diavolo diventato vecchio si fa monaco cappuccino. Id est:
spesso chi à vissuto una vita dissoluta e peccaminosa, giunto alla vecchiaia,
cerca di riconciliarsi con Dio nella speranza di salvarsi l'anima in
extremis.
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13. Chi tène 'o lupo pe cumpare, è mmeglio ca purtasse 'o cane
sott'ô mantiello.
Ad litteram: chi à un lupo per socio, è meglio che porti il cane sotto il
mantello. Id est: chi à cattive
frequentazioni è meglio che si premunisca fornendosi di adeguato aiuto per le
necessità che gli si presenteranno proprio per le cattive frequentazioni. Da
notare come in napoletano il congiuntivo esortativo non è reso con il
presente, ma con l'imperfetto...
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14. Si 'o ciuccio nun vo' vevere, aje voglia d''o siscà...
Ad litteram: se l'asino non vuole bere, potrai fischiare quanto vuoi (non
otterrai nulla)Id est: è inutile cercar di convincere il saccente e
presuntuoso; tale ignobile testardo si redime ed accetta il nuovo solo con il
proprio autoconvincimento... ; alibi si dice:’o purpo s’à dda cocere
cu ll’acqua soja=il polpo deve cuocersi nella propria acqua…
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15.Mo m'hê rotte cinche corde 'nfacci' â chitarra e 'a sesta
poco tene.
Ad litteram: ora mi ài rotto cinque corde della chitarra e la sesta è
prossima a spezzarsi. Simpatica locuzione che a Napoli viene pronunciata
verso chi à cosí tanto infastidito una persona da condurlo all'estremo limite
della pazienza e dunque prossimo alla reazione conseguente, come chi vedesse
manomessa la propria chitarra nell'integrità delle corde di cui cinque fossero
state rotte e la sesta allentata al punto tale da non poter reggere piú
l'accordatura.
Brak
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