giovedì 25 febbraio 2021

5 ICASTICHE LOCUZIONI [25.2.21]

5  ICASTICHE LOCUZIONI [25.2.21]

1.    ‘A FUNICELLA CORTA E ‘O STRUMMOLO TIRITEPPETO

ad litteram: la cordicella corta e la trottolina scentrata o ballonzolante. Pi ú  esattamente a Napoli s’usa dire: s’è aunita ‘a funicella corta e ‘o strummolo tiriteppeto, ovvero: si sono uniti, in un fallimentare connubio, una cordicella troppo corta per poter imprimere  con forza la necessaria spinta al movimento rotatorio dello strummolo a sua volta  scentrato o con la punta  malamente inclinata tale da conferire un movimento non esatto per cui la trottolina s’inclina  e si muove ballonzolando.

Pacifica la etimologia della voce  strummolo  che indica lo strumento di un gioco addirittura greco se non antecedente e greca è l’etimologia della parola che viene dritta dritta dal greco strómbos trasmigrato nel latino strumbus con consueta assimilazione progressiva strummus addizionato poi del suffisso diminutivo olus→olo (per cui strummus+olus→strummolus→strummolo) con il suo esatto significato di trottola.

la voce tiriteppeto, talvolta usata, ma erroneamente,  anche come tiriteppola è voce onomatopeica riproducente appunto il rumore prodotto dalla trottolina nel suo incerto movimento inclinato e ballonzolante.

 Rammento che la voce strummolo s.vo m.le à due plurali: l’uno maschile: ‘e strummole = le trottoline e l’altro f.le: ‘e strommole dove il termine, con evidente traslato, le cui ragioni illustrerò a seguire, indica le fandonie, le sesquipedali sciocchezze,le panzane,le frottole gratuite; semanticamente la faccenda si spiega con il fatto che di per sé lo strummolo = trottolina è un semplice  giocattolino con cui trastullarsi; alla stessa maniera le frottole, panzane, fandonie altro non sono che una sorta di innocente mezzo dilettovole con cui prendersi giuoco di qualcuno; ugualmente semplice da spiegarsi la differenza di morfologia tra il maschile strummole  ed il f.le strommole, rammentando il fatto che nel napoletano  un oggetto (o cosa che sia) è inteso se maschile piú piccolo o contenuto del corrispondente femminile; abbiamo ad . es. ‘a tavula (piú grande rispetto a ‘o tavulo piú piccolo ),‘a tammorra (piú grande rispetto a ‘o tammurro piú piccolo ), ‘a cucchiara(piú grande rispetto a ‘o cucchiaro piú piccolo), ‘a carretta (piú grande rispetto a ‘o carretto piú piccolo ); fanno eccezione ‘o tiano che è piú grande de ‘a tiana e ‘o caccavo piú grande de ‘a caccavella; va da sé che essendo la fandonia certamente piú grossa della trottolina necessitasse d’un genere femminile (per cui ‘e strommole = le sciocchezze, fandonie, frottole etc. da non confondersi con il maschile ‘e strummole= le trottoline).

 

 

2.    AIZARSE ‘NU CUMMÒ

ad litteram: caricarsi addosso un canterano; detto di chi abbia impalmato una donna  anziana, non avvenente ed, a maggior disdoro, priva di congrua dote. Si ritiene che  chi abbia  fatto un simile matrimonio, abbia  compiuto uno sforzo simile a quello di quei  facchini addetti a trasporti, facchini che   sollevavano e si ponevano sulle spalle  pesanti cassettoni di legno massello, sormontati da ponderose lastre di marmo.

cummò s.vo m.le = canterano,cassettone dal fr. commo(de)

3.    Ê CANE DICENNO

letteralmente: dicendo ai cani  locuzione pronunciata magari accompagnata da un gesto scaramantico  con la quale si vuol significare: non sia mai!, accada ai cani ciò  che stiamo dicendo!

4.    A  MMORTE ‘E SUBBETO.

Ad litteram:  a morte subitanea  id est: repentinamente, senza por tempo in mezzo; detto soprattutto  di ordini da eseguirsi, come indicato in epigrafe, con la stessa  immediatezza di una morte  repentina.

5.         AGGIU VISTO 'A MORTE CU LL' UOCCHIE.
Ad litteram:  Ò visto la morte con gli occhi  Con questa tautologica locuzione si esprime chi voglia portare a conoscenza degli altri di aver corso un serio, grave pericolo tale d’averlo portato ad un passo dalla morte, vista  da molto vicino e di esserne venuto fortunatamente fuori, tanto da poterlo raccontare.

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