A CCRAVUNE, A CCRAVUNE CE VULIMMO TÉGNERE
È un’espressione che non va intesa,nel suo senso ad litteram: “Di
carbone in carbone vogliamo tingerci” in quanto ad litteram non avrebbe
significato, trattandosi di una locuzione usata a dileggio del comportamento
ozioso, negligente di chi poltrone, scansafatiche, fannullone, ozioso,
sfaccendato, pigro, sfaticato rimandi continuamente il compimento del proprio
dovere o che lo faccia con estrema lentezza. Nella suddetta accezione,non ci si
spiegherebbe cosa c'entrino i carboni. Cerco di chiarirlo ricordando che in effetti la locuzione in esame è costruita
ad imitazione di altra che suona A ccraje a ccraje
comme â curnacchia
(Letteralmente: a cra, a cra come una cornacchia), locuzione che si usa per
commentare amaramente il comportamento dell'infingardo che tende a
procrastinare sine die la propria opera. Come
si può vedere sia la locuzione in esame che quella a cui si riallaccia
giocano sul fonema cra [che nella
prima è quello d’attacco del s.vo cravone,
mentre nella seconda ripete il verso della cornacchia (cra) ed ambedue marcano una sorta di omofonia con la parola latina cras che in napoletano suona craje e che significa: domani, giorno a
cui suole rimandare il proprio operato chi non à seria intenzione di lavorare.
Brak
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