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13 ESPRESSIONI 28.2.21
1.AÍZA,
CA VENONO ‘E GGUARDIE
Ad litteram: alza (la merce
e portala via giacché possono giungere
i rappresentanti della forza,(sequestrarti la merce e
contravvenzionarti.) Locuzione usata un tempo quando a Napoli era vivo e
fiorente il contrabbando d’ogni genere e si volesse consigliare il venditore
a portar via la merce per non incorrere nei rigori della legge
rappresentata dai suoi tutori che
qualora fossero intervenuti avrebbero potuto sia sequestrare la merce che
elevare pesanti contravvenzioni.
Oggi la locuzione è usata per convincere un inopportuno
interlocutore a liberarci della sua presenza
anche se costui non abbia merce da portar via
né si paventi reale intervento
di polizia municipale o altri tutori della legge.
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2. 'A
GATTA, PE GGHÍ 'E PRESSA, FACETTE 'E FIGLIE CECATE.
La gatta, per andar di fretta, partorí figli ciechi. La fretta è una cattiva
consigliera. Bisogna sempre dar tempo al tempo, se si vuol portare a termine
qualcosa in maniera esatta e confacente.
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3. FÀ 'E
CCOSE A CAPA 'E 'MBRELLO.
Agire a testa (manico) di ombrello. Il manico di ombrello è usato
eufemisticamente in luogo di ben altre teste. La locuzione significa che si
agisce con deplorevole pressappochismo, disordinatamente, grossolanamente,
alla carlona.
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4. CHI NUN
SENTE A MMAMMA E TTATA, VA A MURÍ ADDÒ NUN È NATO...
Letteralmente: chi non ascolta i genitori, finisce per morire esule. Id est:
bisogna ascoltare e mettere in pratica i consigli ricevuti dai genitori e
dalle persone che ti vogliono bene, per non incorrere in disavventure senza
rimedio.
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5. È
GGHIUTA 'A MOSCA DINT' Ô VISCUVATO...
Letteralmente: È finita la mosca nella Cattedrale. È l'icastico commento
profferito da chi si lamenta d' un risibile asciolvere somministratogli, che
non gli à tolto la fameIn effetti un boccone nello stomaco, si sperde, quasi
come una mosca entrata in una Cattedrale... Per traslato la locuzione è usata
ogni volta che ciò che si riceve è parva res, rispetto alle attese...
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6. CU 'NU
SÍ TE 'MPICCE E CU 'NU NO TE SPICCE.
Letteralmente: dicendo di sí ti impicci, dicendo no ti sbrighi. La locuzione
contiene il consiglio, desunto dalla esperienza, di non acconsentire sempre,
perché chi acconsente, spesso poi si trova nei pasticci... molto meglio,
dunque, è il rifiutare, che può evitare fastidi prossimi o remoti.
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7. TENGO
'E LAPPESE A CQUADRIGLIÈ, CA M'ABBALLANO PE CCAPA.
Letteralmente: Ò le matite a quadretti che mi ballano in testa. Presa alla
lettera la locuzione non significherebbe niente. In realtà "lappese a
quadrigliè" è la corruzione dell'espressione latina lapis quadratus
corrotto nel parlato in quadrellatus,
seu opus reticulatum antica tecnica di costruzione muraria romana consistente
nel sovrapporre, facendo combaciare le facce laterali e tenendo la base
rivolta verso l'esterno, ed il vertice verso l'interno, piccole piramidi di
tufo o altra pietra, per modo che chi guardasse il muro, cosí costruito,
avesse l'impressione di vedere una serie di quadratini orizzontati
diagonalmente. Questa costruzione richiedeva notevole precisione ed
attenzione con conseguente applicazione mentale tale da procurare nervosismo
et similia.
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8. PARÉ 'A
SPORTA D''O TARALLARO.
Sembrare la cesta del venditore dei taralli. La locuzione è usata innanzi
tutto per indicare chi, per motivi di lavoro o di naturale instabilità, si
sposta continuamente, come appunto il venditore di taralli che con la sua
cesta, per smaltire tutta la merce fa continui lunghi giri. C'è poi un'altra
valenza della locuzione. Poiché gli avventori di taralli son soliti servirsi
con le proprie mani affondandole nella cesta colma di tartalli per scegliere,
alla stessa maniera c'è chi consente agli altri di approfittare e servirsi
delle sue cose, ma lo fa piú per indolenza che per magnanimità.
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9. LÀSSEME
STÀ CA STONGO'NQUARTATO!
Lasciami perdere perché sono irritato, scontroso, adirato. Per cui non
rispondo delle mie reazioni... La locuzione prende il via dal linguaggio
degli schermidori: stare inquartato, ossia in quarta posizione che è
posizione di difesa, ma anche di prevedibile prossimo attacco il che
presuppone uno stato di tensione massima da cui possono scaturire le piú
varie reazioni.
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10. SE
FRUSCIA PINTAURO, D''E SFUGLIATELLE JUTE 'ACITO.
Si vanta PINTAURO delle sfogliatelle inacidite. Occorre sapere che Pintauro
era un antico pasticciere napoletano che, normalmente, produceva delle ottime
sfogliatelle dolce tipico inventato peraltro dalle suore del convento
partenopeo detto Croce di Lucca. La locuzione è usata nei confronti di chi
continua a pavoneggiarsi vantandosi di propri supposti meriti, anche quando
invece i risultati delle sue azioni sono piuttosto deprecabili.
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11.
CARCERE, MALATIA E NECISSITÀ, SE SCANAGLIA 'O CORE 'E LL'AMICE.
Carcere, malattia e necessità fanno conoscere la vera indole, il vero animo,
degli amici.
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12. MURÍ
CU 'E GUARNEMIENTE 'NCUOLLO.
Letteralmente: morire con i finimenti addosso. La locuzione di per sé fa
riferimento a quei cavalli che temporibus illis, quando c'erano i carretti e
non i camioncini tiravano le cuoia per istrada, ammazzati dalla fatica, con
ancora i finimenti addosso.Per traslato l'espressione viene riferita, o
meglio veniva riferita a quegli inguaribili lavoratori che oberati di lavoro,
stramazzavano, ma non recedevano dal compiere il proprio dovere.... Altri
tempi! Oggi vallo a trovare, non dico uno stakanovista, ma un lavoratore che
faccia per intero il suo dovere...
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13. QUANN'
UNO S'À DDA 'MBRIANCÀ, È MMEGLIO CA 'O FFA CU 'O VINO BBUONO.
Quando uno decide d'ubriacarsi è meglio che lo faccia con vino buono. Id est:
Se c'è da perdere la testa è piú opportuno farlo per chi o per qualcosa per
cui valga la pena.
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14. SCIORTA
E CAUCE 'NCULO, VIATO A CCHI 'E TTÈNE!
Beato chi à fortuna e spintarelle ovvero raccomandazioni
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15. ANCAPPA
PE PRIMMO, FÓSSENO PURE MAZZATE!
Letteralmente: Acchiappa per primo, anche se fossero botte! L'atavica paura
della miseria spinge la filosofia popolare a suggerire iperbolicamente di
metter le mani su qualsiasi cosa, anche rischiando le percosse, per non
trovarsi - in caso contrario - nella necessità di dolersi di non aver niente!
Brak
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