TE STAJE CRISCENNO ‘NU BBELLU CARDILLO
L’espressione in epigrafe che nella forma: “Me sto’
criscenno ‘nu bbellu cardillo…” fu usata quale primo verso della canzone LU
CARDILLO risalente alla fine del 1600 con testo e musica di anonimo, ma nota
nella successiva ottocentesca [1848 o
1878] trascrizione di Pietro Labriola (NA
11/3/1820-†ivi 22/11/1900) per la musica e di Ernesto Preite (o Del Preitedi cui mancano notizie biografiche ) per
il testo , è una datatissima e desueta
locuzione usata ironicamente per bollare di stoltezza e stupidità chi si
affanna in un faticoso lavoro senza ritorno, atteso che i
benefici derivanti dal lavoro saranno goduti da altri gratuitamente come
succede a chi si impegna faticosamente ad allevare un cardellino maschio [che
in napoletano è ‘o cardillo] dal quale
non potrà ottenere che il canto che però non sarà goduto solo da chi à allevato
l’uccellino, bensì gratis da tutti coloro che l’udranno.
Brak
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