‘A VECCHIA ‘O CARNEVALE
Ad litteram: La vecchia del Carnevale.
Con l’espressione in epigrafe, si fa riferimento ad una antichissima tradizione popolare che vuole Pulcinella travestito in modo complicatissimo cosí da sembrar cavalcare con delle gambe finte legate al petto della maschera un fantoccio di prosperosa ragazza che però à la faccia truccata da vecchia, fantoccio che il Pulcinella porta legato in vita e che fa scuotere muovendosi tutto al ritmo di una musica sfrenata prodotta da triccabballacche scetavajasse e putipù. La danza sfrenata di Pulcinella così agghindato si teneva per le strade della città bassa nel giorno [17 gennaio] di sant'Antonio abate, [noto come Sant’Antuono, per distinguerlo dal sant’Antonio da Padova, santo predicatore, la cui festività cade ai 13 di giugno]; la danza sfrenata del Pulcinella terminava a sera inoltrata nei pressi d'un fucarazzo[cioè falò] dove il fantoccio della vecchia veniva bruciato. Perché bruciare la vecchia in un falò dedicato a sant’Antuono? Semplicemente per profittare della presenza dei tanti falò dedicati al santo, presenti in molti crocicchi; e perché parlare di vecchia del Carnevale? Perché quel Pulcinella agghindato in quella strana foggia era la prima manifestazione della gioiosa festività del Carnevale che ufficialmente sarebbe principiato di lì a poco nel mese di febbraio!
Brak
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