NTUPPÚSO E NTUPPÓSA
Anche questa volta è stato il caro amico P. G. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a chiedermi via e-mail di chiarirgli significato e portata dell’ aggettivo femminile partenopeo in epigrafe.
Trovo opportuno per rispondere all’amico principiare con il dire che benché l’aggettivo venga usato giustamente e spessissimo nella morfologia femminile, nulla osta che lo si usi anche in quella maschile atteso che benché il difetto che sta alla base dell’aggettivo e cioé l’insofferenza ingiustificata, l’urtarsi od infastidirsi per ogni quisquilia,bazzecola, inezia provandone risentimento, astio ed irritazione ingiusti ed infondati sia tipico del sesso femminile, l’identico difetto possa esser riscontrato in taluni soggetti di sesso maschile; tanto premesso che fa anche da spiegazione del significato dell’aggettivo femminile e maschile, non mi resta che indicarne l’etimologia per la quale occorre riferirsi alla radice “ ntupp” del verbo ntuppà [dal greco týp-to con protesi di una N eufonica (che- come tale – non esige alcun segno diacritico), radice addizionata del suffisso úso/ósa [ suffisso di tipologia per aggettivi derivati dal latino o tratti da nomi/verbi, dal lat. -osu(m)→usu(m);che indica presenza, caratteristica, qualità, abbondanza, l’esser proclive ecc.(cfr.addirúso/rósa,scardúso/dósa,mafiúso/ósa,smurfiúso/ósa,zezzúso/ósa, fumúso/osa, rattúso/ósa).]
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico P.G. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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