lunedì 3 agosto 2020

LL'AMICO CERASA

LL’AMICO CERASA

Del significato e soprattutto della genesi dell’espressione in epigrafe mi à chiesto, per le vie brevi  l’amico A.C. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome). Gli ò risposto d’acchito che si tratta di una datatissima espressione napoletana d’origine contadina, trasmigrata in città ed usata in riferimento indiretto e furbesco a persona a cui si voglia o volesse addebitare una qualche non grave colpa. L’espressione fu corruzione di un’altra che in origine  suonò: l’amico Cesare storpiato sulla bocca dei villici in  “amico cerasa” per assonanza tra il nome proprio e quello comune del frutto. Ricordo che la locuzione partenopea tradotta pedissequamente in “l'amico ciliegia” fu accolta anche nella lingua nazionale ma non nella sua primitiva destinazione d’uso, bensí riferita scherzosamente a persona che non si nomina, ma che si sa conosciuta da chi ascolta, con allusione maliziosa. Il pedissequo passaggio all’italiano fa perdere l’assonanza tra un nome proprio [inesistente in italiano] e quello comune di “ciliegia”di talché qualcuno improvvidamente opinò che “l’amico Ciliegia” fosse quel “mastro Ciliegia” personaggio della favola di Pinocchio     E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico A.C. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente  chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.

 Raffaele Bracale


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