‘MPIERNO
Mi è stato chiesto, via e-mail, dal caro amico A. A. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) di spendere qualche parola per illustrare esatta morfologia, significato ed etimologia della locuzione in epigrafe.Gli ò cosí testualmente risposto: Carissimo questa volta mi dai un compito oneroso, ma non mi sottraggo e cerco di rispondere a ttutti i tuoi quesiti basandomi solo sulle mie forze atteso che l’antica locuzione in epigrafe è risultata assente anche sul D’Ambra e sulla magna pars dei calepini del napoletano in mio possesso, e non son pochi! Ànno fatto eccezione il D’Ascoli e l’Altamura che lo saccheggia, ma l’uno e, di conseguenza l’altro, ànno preso un’enorme cantonata asserendo che il significato di ‘mpierno[fatto derivare fantasiosamente da un in + perno, donde ‘mpierno con prostesi di un in→’n→’m(innanzi ad un’esplosiva ) illativo e dittongazione della e di perna intesa breve] sia “in alto, a picco” laddove non c’è napoletano di vecchio conio che con l’avverbio ‘mpierno non intenda “in pieno, nel cuore di” [cfr. infatti sole ‘mpierno= in pieno sole, vierno ‘mpierno=nel cuore dell’inverno]. Premesso che la morfologia ‘mpierno è esatta e che il significato è quello da me colto sulle labbra d’ogni napoletano d’antan, mi riservo di chiarire alla fine di queste paginette la mia ipotesi etimologica semanticamente corretta e mi soffermo qui a smontare la fantasiosa etimologia proposta dal D’Ascoli ed affermo che il perno è un s.vo m.le [der. del lat. perna «prosciutto», per la somiglianza della forma] che indica l’asticciola di metallo o di legno che, conficcata in due blocchi contigui di marmo, creta o altra sostanza, li tiene uniti; ognuno perciò puó facilmente convincersi che nulla semanticamente ànno a che spartire il sostantivo perno con l’avverbio in epigrafe e non so cosa mai abbia indotto nel D’Ascoli il convincimento di un’etimologia a mio sommesso, ma deciso avviso, impraticabile anche ipotizzando che ‘mpierno valga [come erroneamente ipotizzò il defunto professore originario di San Gennaro Vesuviano] “in alto, a picco”.
A questo punto penso di potermi esporre dicendo di ritenere che “’mpierno” derivi nè piú, nè meno che da una corruzione del parlato di “in+pieno”(semanticamente rispondente al significato di “nel cuore”)trasformato in “in+pierno per bisticcio con il sostantivo, atteso che in pretto napoletano “pieno” avrebbe dovuto essere “chino”.
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico A. A. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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