domenica 20 giugno 2021

10 ICONICHE LOCUZIONI 20.6.21

 

10 ICONICHE LOCUZIONI 20.6.21

1.ABBRUSCIÀ ‘O PAGLIONE

Ad litteram: bruciare il pagliericcio id est: far terra bruciata attorno a qualcuno. Grave minaccia con la quale si comunica  di voler procurare, a colui cui è rivolta,  un grave, gravissimo  anche se non specificato danno; la locuzione rammenta ciò che erano soliti fare gli eserciti sconfitti , in ispecie quelli francesi che nell’abbondonare l’accampamento fino a quel momento occupato,  usavano bruciare tutto per modo che l’esercito sopravveniente non  potesse averne neppure un sia pur piccolo tornaconto.Oggi la locuzione in epigrafe è usata con due significati, uno meno grave, l’altro piú duro; nel significato meno duro l’espressione significa mancare a un impegno, a un appuntamento; nel significato piú minaccioso  l’espressione è usata    per minacciar imprecisati ma  totali danni; infatti  con l’espressione  T’aggi’ ‘abbruscià ‘o paglione! si vuol significare: Devo arrecarti tutto il danno possibile, bruciandoti persino il pagliericcio su cui dormi,  per non darti piú modo neppure di riposare!

Anticamente l’espressione in epigrafe valeva furbescamente  (con un ardito,  appaiamento [per sineddoche] tra il pagliericcio ed il fondoschiena che su quello era adagiato!) come minaccia di sodomizzazione.

abbruscià = bruciare, ardere, incendiare,consumare, distruggere, rovinare con l'azione del fuoco o del calore.

l’etimo è da un lat. volg. ad+brusiare→abbrusiare→abbrusciare/à  

paglione  s. m. = pagliericcio,  saccone pieno di paglia o foglie secche usato come materasso; quanto all’etimo paglione  è un evidente accrescitivo (cfr. suff. one) di paglia  che è dal lat. palea

2.    Â casa d’’o ferraro, ‘o spito ‘e lignammo.

ad litteram: in casa del fabbro, lo spiedo è di legno; locuzione usata ad ironico commento di  tutte quelle situazioni nelle quali, per accidia o insipienza dei protagonisti  vengono a mancare elementi che  invece si presupponeva non potessero mancare e ci si deve accontentare di  succedanei spesso non confacenti.

3.    ‘A carna tosta e ‘o curtiello scugnato.

ad litteram: la carne dura ed il coltello senza taglio.  Icastica locuzione che si usa a  dolente commento di situazioni dove concorrano due o piú elementi negativi tali da  prospettare un sicuro insuccesso delle operazioni intraprese. Altrove per significare la medesima cosa s’usa  l’espressione  illustrata al numero successivo.

4.    Aizarse ‘nu cummò

ad litteram: caricarsi addosso un canterano; detto di chi abbia impalmato una donna  anziana, non avvenente e, a maggior disdoro, priva di congrua dote. Si ritiene che  chi abbia  fatto un simile matrimonio, abbia  compiuto uno sforzo simile a quello di quei  facchini addetti a trasporti, facchini che   sollevavano e si ponevano sulle spalle  pesanti cassettoni di legno massello, sormontati da pesanti lastre di marmo.

aizar(se) = sollevar(si), alzar(si), caricar(si) di qualcosa;   voce verbale infinito derivato dal lat. altiare→auziare→aizare;

cummò s.m. = canterano, cassettone  voce derivata dal francese commo(de).

5.Ê cane dicenno

letteralmente: dicendo ai cani  locuzione pronunciata magari accompagnata da un gesto scaramantico  con la quale si vuol significare: non sia mai!, accada ai cani e non a noi,  ciò  che stiamo dicendo!

6.    A  mmorte ‘e subbeto.

Ad litteram:  a morte subitanea  id est: repentinamente, senza por tempo in mezzo; detto soprattutto in riferimento ad  ordini da eseguirsi, come indicato in epigrafe, con la stessa  immediatezza di una morte  repentina.

7.    Aggiu visto 'a morte cu ll' uocchie.
Ad litteram:  Ò visto la morte con gli occhi  Con questa tautologica locuzione si esprime chi voglia portare a conoscenza degli altri di aver corso un serio, grave pericolo tale d’averlo portato ad un passo dalla morte, vista  da molto vicino e di esserne venuto fortunatamente fuori, tanto da poterlo raccontare.

8.    Accurtà ‘e passe a quaccheduno

Ad litteram:accorciare (ridurre) i passi a qualcuno; id est: ridimensionare i movimenti di qualcuno al fine di impedirgli di procedere oltre; detto soprattutto di chi - mostratosi troppo saccente e  supponente - si stia comportando,  conseguentemente,  con boria e vacua baldanza; ebbene   è buona norma che costui venga ridimensionato, con parole ed atti, perché comprenda quali sono i limiti nei quali deve muoversi e non li ecceda.

9.    Accussí à dda jí

Ad litteram : cosí deve andare; fatalistica espressione con la quale a Napoli si suole accettare tutte quelle  situazioni che non possono essere eluse o evitate ed alle quali perciò bisogna - sia pure obtorto collo - soggiacere.Talvolta per completamento della frase in epigrafe ed a significare un totale abbondono nell’ Ente supremo che muove tutti gli accadimenti umani, si aggiunge un religioso e rassegnato  e  accussí sia ( e cosí sia).

10. Accussí va ‘o munno

Ad litteram: cosí va il mondo: espressione analoga alla precedente, ma con un piú marcato senso di impotenza davanti alla ineluttabilità di taluni avvenimenti, che – in qualsiasi parte del mondo – evolvono nella medesima maniera...

Brak

 

 

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