DICETTE DONNA BISUDÍA
Dicette Donna Bisudía:Dàmmoce ‘nu pizzeco ‘ncopp’â
panza e accussí sia!
Ad litteram: Disse donna
Bisodía: Diamoci un pizzico sulla pancia e cosí
sia!
La gustosa locuzione posta sulle labbra di una inesistente,
concepita di sana pianta donna Bisodía viene usata con tono rassegnato
davanti al verificarsi di accadimenti di situazioni, gravi ma ineludibili, cui bisogna inevitabilmente assoggettarsi obtorto collo, autoimponendosi una contenuta sofferenza [quale quella
suggerita di pizzicarsi la pancia] che
ci permetta di non sentirne un’altra maggiore. A completamento preciso che
l’espressione: darse ‘nu pizzeco ‘ncopp’â
panza per traslato e piú genericamente
vale altresí sopportare con
rassegnazione qualche sgradevole
accadimento, nella speranza che ciò ce ne eviti
di peggiori; a Napoli a qualcuno
che si stia lamentando di dover sopportare alcunché si suole consigliare con la frase in epigrafe di pizzicarsi la
pancia facendo buon viso a cattivo gioco. Talvolta però il darsi pizzichi sulla
pancia è quasi un atto dovuto, non perché cosí facendo si pensi di evitar guai
maggiori, ma perché chi ci sta comminando pene e/o sofferenze è persona cosí tanto importante o meritevole
di rispetto che non gli si può opporre una reazione, ma solo rassegnazione.
Come ò détto la locuzione/consiglio è posta sulle labbre di una inesistente,
concepita di sana pianta donna Bisodía il cui nome altro non è che la
corruzione della frase latina Da nobis
hodie presente nel pater noster; tuttavia
con tale inesistente donna Bisodía nell’inteso popolare si identificò
la madre di san Giuseppe, la quale messa al corrente di quanto era accaduto al
figlio gli consigliò una santa rassegnazione esprimendosi cosí come in epigrafe. La fantasia
popolare non conosce limiti, anche a costo di diventare irriverente! Ed io mi
limito ad esserne il notaio.
pizzeco s.vo m.le
1 come nel caso che ci occupa lo stringere con il pollice e l'indice una parte molle del corpo; l'atto del pizzicare: dà ‘nu pizzeco a una(dare un pizzico ad una
1 come nel caso che ci occupa lo stringere con il pollice e l'indice una parte molle del corpo; l'atto del pizzicare: dà ‘nu pizzeco a una(dare un pizzico ad una
2 (estens.)
quantità di roba che si può prendere con i polpastrelli delle dita:’nu pizzeco ‘e sale, ‘e pepe(un pizzico di
sale, di pepe)
voce deverbale di pezzecà
(Intens. del verbo ant. pizzare 'pungere', da avvicinare a pizzo
'punta');
‘ncopp’â preposizione
articolata = sulla, sopra la forgiata da un in→’n illativo e da coppa dal latino cuppa(m)
la parte posteriore superiore del capo che è dunque quella posta sopra, addizionata di â (crasi di a +‘a=alla);
panza s.vo f.le indica
essenzialmente il ventre, l’addome dell’uomo(come nel caso che ci occupa) o della
bestia, ed in senso figurato la parte
centrale e tondeggiante di qualcosa: pancia del fiasco,pancia del vaso o ancora
la forma tondeggiante di alcune lettere dell’alfabeto: la pancia della a, della p ; è forgiata sul latino pantice(m)→pan(ti)cja(m)→panza
con metaplasmo e risoluzione di cj in z.
accussí
avverbio = 1cosí, in questo modo, in tal modo;
2tanto, talmente
3con valore di agg.vo siffatto,
tale: è difficile campà ‘na vita accussí - è difficile vivere una vita cosí;
4 come cong.
1a in correlazione con come, introduce prop. comparative e modali (spesso è sottintesa): nun era accussí stanca comme diceva - non era così stanca come diceva
1a in correlazione con come, introduce prop. comparative e modali (spesso è sottintesa): nun era accussí stanca comme diceva - non era così stanca come diceva
2a in
correlazione con ca (che), con ‘a
(da), introduce prop. consecutive: era accussí
meravigliato ca nun riusceva a pparlà - ero così meravigliato che non riuscivo a
parlare. 3 3a con
valore conclusivo in prop. coordinate, dunque, perciò, pertanto: so’ stanco
accussí resto â casasono stanco e così resterò a
casa.
4a in correlazione con poiché, giacché, siccome, à valore rafforzativo (spesso sottintesa): giacché s’era fatto tarde (accussí)me nn’ avette ‘a jí poiché si era fatto tardi, (così) dovetti andare via
5a con valore desiderativo, magari: accussí vulesse ‘o Cielo!così volesse il Cielo!; |accussí sia - così sia, formula con cui terminano le orazioni; amen
6a con valore concessivo, quantunque, sebbene: accussí stanco, me facette trasícosì stanco, volle ricevermi
voce dal lat. ad+ (ec)cu(m) si(c)→accussí 'ecco così'.
4a in correlazione con poiché, giacché, siccome, à valore rafforzativo (spesso sottintesa): giacché s’era fatto tarde (accussí)me nn’ avette ‘a jí poiché si era fatto tardi, (così) dovetti andare via
5a con valore desiderativo, magari: accussí vulesse ‘o Cielo!così volesse il Cielo!; |accussí sia - così sia, formula con cui terminano le orazioni; amen
6a con valore concessivo, quantunque, sebbene: accussí stanco, me facette trasícosì stanco, volle ricevermi
voce dal lat. ad+ (ec)cu(m) si(c)→accussí 'ecco così'.
Brak
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