DUE ANTICHE PAROLE
NAPOLETANE: ANNAMMECATA – RUCIELLO
Anche questa
volta faccio sèguito ad un quesito rivoltomi dall’amico N.C. (al solito,
motivi di riservatezza mi impongono di riportar solo le iniziali di nome e cognome di
chi mi scrive per sollecitar ricerche) occupandomi delle voci napoletane per
chiarirne portata ed etimo. Premetto che trattasi di voci antiche e pressoché
desuete soprattutto la prima, ma icastiche e che un tempo furono sulla punta
della penna di autori partenopei quali Raffaele Viviani ed Ernesto Murolo adusi
ad attingere a piene mani nella vivezza del
parlato popolare. Tanto détto entro in medias res ed affronto i due
termini:
annammecata
agg.vo f.le = 1 - legata
da vincoli di affettuosa amicizia; 2
– détto di donna che abbia legami
amorosi con qualcuno o addirittura con
lui viva more uxorio. Etimologicamente
trattasi di un part. pass. agg.vato al f.le di un presumibile *annemmecà= amicarsi, accordarsi,
fare amicizia, fraternizzare, intendersela dal lat. in + amicare→annammecare/à con raddoppiamento espressivo della
nasale (N) e della successiva
nasale bilabiale (M).
ruciello/rociello
doppia morfologia d’ un unico
s.vo m.le = crocchio, capannello,
assembramento in circolo di persone vocianti; fanno ruciello/rociello soprattutto le donne spettegolanti o i bambini
festosi. Etimologicamente la voce è un derivato [quale diminutivo(ròtula)] del lat. rŏta; molto anticamente (cfr. in Gabriele Fasano[Solofra ( AV)
1645-†?])
infatti il termine fu rotiello; normale la successiva risoluzione del parlato in C dell’originaria T (cfr. ruciuliare←rotolare,
suggeco←suddito, vummecà←vomitare etc.).
Non mi pare ci
sia altro da aggiungere per cui mi fermo qui, sperando d’avere accontentato
l’amico N.C. ed interessato qualcun altro
dei miei ventiquattro lettori e chi forte
dovesse imbattersi in queste paginette. Satis est.
Raffaele
Bracale
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