SCICCHIGNACCO/CICCHIGNACCO ‘INT’â
BBUTTEGLIA
Questa volta è stato il
caro amico P. G. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad
indicare solo le iniziali di nome e cognome) a
chiedermi via e-mail di chiarirgli
significato e portata dell’ espressione partenopea in epigrafe. Gli ò cosí risposto:
Con l’espressione in epigrafe,
nata negli anni ’50 del 1900, intraducibile ad litteram si fa riferimento ad un
trastullo per bambini che riproduceva in maniera industriale (ma ad usum
delphini, cioé dei bambini) il cosiddetto Diavoletto di Cartesio,
strumento che serviva in origine alla
dimostrazione di un principio fisico, relativo alla pressione atmosferica;
tale strumento di misurazione della pressione
dei liquidi
deve il suo nome a quello di Cartesio, nome latinizzato di René Descartes
(La Haye en
Touraine, 31 marzo 1596
† Stoccolma, 11 febbraio 1650) a quale venne attribuita l’ideazione dello
strumento nel 1640; in realtà esso però fu inventato dal sacerdote italiano Raffaello Magiotti (Montevarchi,
settembre
1597 †
Roma, 1656)e descritto per la
prima volta nel 1648. Originariamente
lo strumento era costituito appunto da una sorta di cavo diavoletto di vetro soffiato, riempito in
parte di acqua, diavoletto che immerso nell’acqua di una bottiglia tappata,
attingeva il fondo della medesima o risaliva in superficie a seconda della variazione
di pressione operata con la compressione della imboccatura della bottiglia;
ridotto a trastullo per i bambini l’effige del diavoletto fu mutata in quella di
un ridicolo gnometto di bachelite, riempito per metà di
acqua, ma la funzione rimase la medesima
e da strumento scientifico il Diavoletto di Cartesio divenne strumento di
divertimento per i bambini. Interessante, a questo punto soffermarsi sul nome
assegnato dai napoletani al gioco che fu détto alternativamente in primis “nicchinocco/gnicchegnocche
‘int’â bbutteglia” e poi per
corruzione del parlato: scicchignacco/cicchignacco ‘int’â
bbutteglia; l’originale nome
nicchinocco/gnicchegnocche è da ricondursi allo spagnolo ñiqueñaque
voce dispregiativa riferita a cosa inutile o ridicola; ugualmente interessante
è soffermarsi sui significati attribuiti ai s.vi nicchinocco/gnicchegnocche/scicchignacco/cicchignacco
che valsero: 1)(in primis) il gioco de quo 2)(con riferimento alle fattezze dello
gnometto) bambino piccolo, sgraziato e ridicolo e 3) (spregiativamentecon riferimento all’azione condizionata dello
gnometto) adulto senza carattere, capriccioso,
incerto, instabile, volubile e facilmente condizionabile, aduso però a
scimmiottare l’elegante cascamorto.
E qui penso di poter far punto convinto
d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico P.G. ed interessato qualcun
altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis
est.
Raffaele Bracale
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