UCCIDERE ED AMMAZZARE
Anche questa
volta mi trovo a raccogliere una
garbata provocazione del mio caro amico P.D.F.(i consueti problemi
di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome)
che,memore ch’io abbia piú volte affermato che il napoletano sia piú preciso e
circostanziato dell’italiano, mi à sfidato
ad elencare ed a parlare delle
eventuali voci del napoletano che rendano piú acconciamente quelle
italiane dell’epigrafe e di loro eventuali sinonimi . Come ò già détto alibi e qui
ripeto il caro amico – come diciamo
dalle mie parti - m’ à rattato addó me
prore (letteralmente: mi à grattato dove mi prude, id est: mi à sollecitato sul
mio terreno preferito) per cui raccolgo pure questo guanto di sfida cominciando con il dire che
in napoletano sono numerosissimi i verbi con i quali si designa l’atto del
togliere la vita a qualcuno, vari a seconda della maniera o del mezzo usato per farlo, della sfumatura
stilistica e/o del grado di efferatezza.
I termini piú comomunemente usati sono: accidere, accuppà, ammasunà, chianchïà,
messià, sbennegnà,sbudellà, scannà, sfecatà,sfelettà, smattà,stutà nonché la
locuzione caccià/levà ll’anema.
Esamino ed illustro
le singole voci:
accidere, [
dal lat. occīdĕre]verbo transitivo usato genericamente per indicare il privare
qualcuno [uomini o bestie] della vita in modo violento;
accuppà,. [denominale del
lat. cuppa-m =nuca] , verbo transitivo
usato per indicare 1) il picchiare qualcuno con violenza; 2)[come nel caso che
ci occupa] ammazzare qualcuno colpendolo con violenza sulla nuca;
ammasunà,
[
da un tardo lat. ad-mansionare]verbo
transitivo usato per indicare 1)in primis
mettere a dormire, portare a letto qualcuno; 2)[come
nel caso che ci occupa] abbattere, finir con violenza qualcuno
costringendolo alla posizione distesa, propria di chi dorme; 3) usato
quale verbo intransitivo e riflessivo
vale per gli uomini: andare a dormire, coricarsi e per le bestie: rientrare nell’ovile ,
pollaio o stalla, appollaiarsi.
chianchïà,
[denominale
del lat. planca-m] , verbo transitivo
usato per indicare 1)propriamente il
macellare o ammazzare bestie da macello per uso di sostentamento; 2) per estensione
fare una strage di uomini e bestie,sterminare, uccidere senza pietà con grande
spargimento di sangue.
messià,
,
[ da un lat.messare= mietere, falciare ]verbo
transitivo usato per indicare 1)in primis
mietere, tagliare le mesi falciandole;
2)[come nel caso che ci occupa
per analogia]
abbattere violentemente qualcuno colpendolo a gli arti inferiori con armi da
taglio.
sbennegnà,
[denominale
del lat. vīnea-m, der. di vinum «vino»] , verbo transitivo usato per indicare
1)propriamente vendemmiare, terminare
la vendemmia 2)[come nel caso che ci occupa per analogia] finire violentemente qualcuno
con armi atte a procurare grand’effusione di sangue.
Sbudellà
verbo
transitivo [denominale del lat lat. botĕllu-m, dim. di botŭlus «salsiccia», col
prefisso distrattivo s- ] – 1)
in primis aprire il ventre di un animale per estrarne le budella, sventrare:
2)[come nel caso che ci occupa per analogia] ferire e finire violentemente qualcuno,colpendolo
con armi da taglio, al ventre, in modo da provocargli la fuoriuscita degli
intestini.
Scannà,
verbo transitivo
[denominale del greco kanna (canale della gola), col prefisso S-
distrattivo - 1.in primis ammazzare
un animale recidendogli le arterie del collo e la trachea, sgozzarlo,
tagliargli la gola; 2.per analogia come nel caso che ci occupa ammazzare
una persona con un colpo di arma bianca alla gola.
sfecatà,
verbo
transitivo [denominale del lat lat.fecatu-m, col prefisso distrattivo s- ] sinonimo
del pregresso sbudellà con
riferimento piú preciso alla zona corporea colpita dall’arma usata per
ammazzare.
sfelettà,
verbo
transitivo [denominale del franc. .filet, col prefisso distrattivo s- ]
] – 1) in primis slombare, fiaccare i lombi d’una persona a forza di
percosse inferte con un bastone; : 2)[come nel caso che ci occupa per
estensione] reiterare le percosse ai lombi sino a condurre a morte
la persona colpita.
smattà,
verbo
transitivo [dallo spagnolo matar, col prefisso dintensivo s- ]
] – 1) in
primis screditare, diffamare;calunniare una persona : 2)[come nel caso che ci occupa per
estensione] reiterare le calunnie o diffamazioni sino
ad ottenere la morte di crecapuore della persona diffamata.
stutà
verbo
transitivo [dal lat. (e)x-tutare ]
– 1) in primis spegnere, smorzare 2)[come
nel caso che ci occupa per analogia] condurre a morte
una persona con qualsiasi mezzo violento.
nonché la locuzione caccià/levà ll’anema. Ad litteram:
cavar fuori l’anima (ad una persona, estraendogliela – figuratamente dal
corpo); locuzione usata con riferimento generico a chiunque si sia
adoperato per ottenere la morte
di una persona con i piú diversi mezzi e/o metodi; caccià: verbo transitivo [lat.
*captiare, der. di capĕre «prendere] cavare o tirar fuori,
estrarre con forza; da non confondere con caccïà che vale: dare
la caccia, cercare o inseguire animali (per lo piú selvaggina) per catturarli o
ucciderli:
E qui faccio punto fermo augurandomi d’essere stato
chiaro ed esauriente ed aver soddisfatto la curiosità dell’amico P.D.F. quella dei miei ventiquattro lettori e di chi forte si imbattesse in queste
paginette.Satis est.
R.Bracale Brak
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