giovedì 5 novembre 2020

'E SCIALATIELLE

‘E SCIALATIELLE

 Questa volta faccio sèguito ad  un  quesito rivoltomi dall’amico S.C. (al solito, motivi di riservatezza mi impongono di  riportar solo le iniziali di nome e cognome di chi mi scrive per sollecitar ricerche) occupandomi della  voce napoletana  in epigrafe, che identifica un tipo di pasta all’uovo tipicamente meridionale; ne parlerò e ne fornirò anche l’etimologia che si discosta da quella, fantasiosa, fornita da un ignoto estensore sul web.

Cominciamo con il dire che ‘e scialatielle [ sostantivo maschile che indica un tipico tipo di pasta fresca all’uovo] sono la risposta meridionale  alle “tagliatelle” centro-settentrionale e sono una risposta piuttosto recente, se non tardiva [ideati come furono solo  nel 1978 in Calabria [Sila] ad un concorso culinario internazionale  dallo chef amalfitano Enrico Cosentino. Si tratta di una pasta  tradizionalmente fatta  a mano con  farina, uova [due per un kg. di farina,  latte, formaggio parmigiano  grattugiato, 2 cucchiai olio extravergine d'oliva, basilico fresco tritato a mano e non frullato e sale. Sorvolo sul procedimento e mi limito a ricordare che ottenuto l’impasto e tirata la sfoglia relativa la si riduce a quadrati di dieci centimetri di lato e dai quadrati si ricavano, a coltello, striscioline larghe 4 mm. da lessare per pochi minuti [5]prima di condirli soprattutto con sughi a base di frutti di mare, quantunque ‘e scialatielli, ruvidi come sono si sposano bene con tradizionali sughi a base di pomodoro. E passiamo alla questione etimologica. Donde deriva il termine “scialatielle”? Sgombro subito il campo dalla fantasiosa idea che il nome derivi dal verbo  “sciglià”, che, marcato sul francese essilier significa “scompigliare”; infatti  non è assolutamente attestata  la somiglianza di questa pasta ad una chioma di capelli arruffati, spettinati; chi lo dice afferma clownescamente che quando arrivano nel piatto, gli scialatielli appaiono scompigliati, proprio come i capelli quando il vento ci soffia attraverso. Che pretenderebbe l’assertore d’un tal etimo? Che ‘e scialatielle pervenissero in tavola nel piatto allineati e coperti  come militari in parata al campo di marte? Tutta da ridere questa ipotesi etimologica e la sua semantica. A mio avviso “scialatielle” è un indovinato  denominale di “scialata”[scialo, godimento festoso, solenne scorpacciata in compagnia] che, a sua volta, è un deverbale di scialà [dal lat. ex-halare], godere a lungo ed abbondantemente ed a mio vedere ben si prestano gli “scialatielle” a fare da protagonisti di una festosa strippata!  

Non mi pare ci sia altro da aggiungere per cui mi fermo qui, sperando d’avere accontentato l’amico S.C. ed interessato qualcun altro  dei miei ventiquattro lettori e  chi  forte dovesse imbattersi in queste paginette. Satis est.

Raffaele Bracale

 

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