LE PREPOSIZIONI ARTICOLATE NEL NAPOLETANO
Anche nell’idioma napoletano c’è l’uso, sia nel parlato che
nello scritto, delle preposizioni articolate ovverossia di quelle preposizioni formate dall’unione
degli articoli determinativi sg. e pl. con le preposizioni semplici (di, a, da, in,
con, su, per, tra, fra) o dall’unione dei medesimi articoli con quelle improprie (sotto, sopra, prima,
dopo,dietro, davanti, insieme,vicino, lontano, come etc.). Comincio súbito con il dire che nel
napoletano, cosí come nell’italiano, le locuzioni articolate formate con
avverbi o preposizioni improprie ànno
tutte una forma scissa, mantenendo separati gli articoli dalle preposizioni e
mentre nell’italiano s’usa far seguire alla preposizione impropria il solo
articolo, nel napoletano occorre aggiungere alla preposizione impropria non il solo articolo, ma la preposizione
articolata formata con la preposizione semplice a ( ad es. nell’italiano si à: sotto il tavolo, ma nel napoletano si
esige sotto al tavolo e ciò per
riprodurre correttamente il pensiero di chi mentalmente articola in napoletano e non in italiano). Tanto premesso
annoto altresí che mentre in italiano la gran parte delle preposizioni
articolate formate dall’unione degli articoli sg. e pl. con le preposizioni semplici,
ànno una forma agglutinata, nel napoletano ciò non avviene che per una o due
preposizioni semplici, tutte le altre si rendono con la forma scissa mantenendo
cioè separati gli articoli dalle preposizioni.
Passiamo ad elencare dunque le preposizioni articolate cosí
come rese in italiano e poi in napoletano:
con la preposizione a in italiano si ànno al = a+il, allo/a= a+lo/la
alle = a+ le agli = a+ gli (ma è bruttissimo e personalmente non l’uso mai
preferendogli la forma scissa a gli!)
in napoletano si ànno le medesime preposizioni articolate formate dall’unione
degli articoli ‘o (lo/il), ‘a (la) ‘e (i/gli/le) con la preposizione a,ma
esistono nel napoletano due distinte morfologie delle preposizioni articolate
formate con la preposizione semplice a e gli articoli determinativi; la
prima morfologia è quella che fa ricorso alla crasi /unione che produce una
preposizione articolata di tipo
agglutinata resa graficamente con
particolari forme contratte: â
= a+ ‘a (a+ la), ô = a + ‘o (a+ il/lo), ê = a + ‘e (a + i/gli oppure a+ le)
da usarsi davanti a parole comincianti per consonanti, mentre davanti a parole
comincianti per vocali si fa ricorso ad una morfologia rigorosamente scissa e si usano a ll’
(= alla/allo/al/alle/a gli) ess.: â casa
= alla casa, ô puorto = al porto, ê scieme, ê sceme= a gli scemi/ alle sceme, ma a ll’ommo = all’ uomo, a
ll’anema = all’ anima a ll’uommene =
a gli uomini, a ll’ alimentari = alle
(scuole) elementari;
con la preposizione di in italiano si ànno del = di+il, dello/a= di+lo/la
delle = di+ le, degli = di+ gli; in napoletano le analoghe preposizioni formate
dagli articoli ‘o (lo/il), ‘a (la) ‘e (i/gli/le) con la preposizione de (=di), produce una preposizione articolata di forma rigorosamente
scissa o tutt’al piú apostrofata: de ‘o→d’’o, de ‘a→d’’a,
de
‘e→d’’e; con la preposizione da in italiano si ànno dal = da+il, dallo/a= da+lo/la
dalle = da+ le, dagli = di+ gli; in napoletano le analoghe preposizioni formate
dagli articoli ‘o (lo/il), ‘a (la) ‘e (i/gli/le) con la preposizione da talora
anche ‘a (=da), produce una
preposizione articolata di forma normalmente
scissa e spessa apostrofata: da ‘o→d’’o, da ‘a→d’’a,
da
‘e→d’’e ma come ognuno vede la forma apostrofata (quantunque
usatissima) presta il fianco alla confusione con le preposizioni articolate
formate con la preposizione de (=di), e d’acchito è impossibile distinguere tra de ‘o→d’’o, de
‘a→d’’a, de ‘e→d’’e e da ‘o→d’’o, da
‘a→d’’a, da ‘e→d’’e e bisogna far
ricorso al contesto per chiarirsi le idee; ò dunque proposto e qui propongo d’usare una forma affatto diversa per le
preposizione napoletane da + ‘o→dô = dal, da+
‘a→dâ = dalla, da+ ‘e→dê = dagli/dalle, forma
da usarsi ovviamente davanti a parole principianti per consonanti (ess.: dâ scola = dalla scuola. dô treno = dal treno, dê scarpe = dalle scarpe), forma che eliminando l’apostrofo e facendo ricorso
alla medesima contrazione usata per le
preposizioni articolate formate con la preposizione a consente di evitare la deprecabile confusione cui accennavo precedentemente. Ovviamente
non sarà possibile usare questa forma davanti a parole principianti per vocali
e sarà giocoforza usare da ‘o, da ‘a, da
‘e evitando di apostrofarle per evitare possibili confusioni. Rammento che
nel napoletano è usata spessissimo una locuzione articolata che con riferimento
il moto a luogo rende i dal/dallo – dalla – dalle – dagli dell’italiano ; essa
è (la trascrivo cosí come s’usa generalmente fare,ma a mio avviso erroneamente
in quanto non ricostruibile nei suoi elementi costitutivi) essa è add’’o/add’’a/add’
‘e es.: è gghiuto add’ ‘o zio(è andato dallo zio) è gghiuta add’ ‘a nonna, add’
‘e pariente (è andata dalla nonna, dai parenti);; francamente non si
capisce da cosa sia generato quel add’ né
si comprenderebbe il motivo
dell’agglutinazione della preposizione a con la successiva da→dd’;
a mio avviso è piú corretta e qui la propugno: a ddô/ a ddâ/ a ddê per
cui sempre ad es. avremo: è gghiuto a ddô
zio(è andato dallo zio) è gghiuta a ddâ nonna, a ddê pariente (è andata dalla nonna, dai parenti);; rammento tuttavia di non confondere
a ddô con l’omofono addó←addo(ve)
= dove, laddove che è un
avverbio e cong. subord. che introduce proposizioni avversative,
relative, interrogative dirette ed indirette.
Proseguiamo.
Con la preposizione in in italiano si ànno nel = in+il, nello/a= in+lo/la
nelle = in+ le, negli = in+ gli; in napoletano per formare analoghe preposizioni, si fa ricorso alla
preposizione impropria dinto (dentro – indal lat. d(e) int(r)o→dinto); come ò già
détto e qui ripeto: le locuzioni articolate formate con preposizioni improprie
ànno nel napoletano tutte una forma
scissa, mantenendo separati gli articoli dalle preposizioni e mentre
nell’italiano s’usa far seguire alla preposizione impropria il solo articolo,
nel napoletano occorre indefettibilmente aggiungere alla preposizione impropria non il solo articolo, ma la preposizione
articolata formata con la preposizione semplice a ( ad es. nell’italiano si à: dentro la stanza, ma nel napoletano si
esige dentro alla stanza e ciò per
riprodurre correttamente il pensiero di chi mentalmente articola in napoletano e non in italiano) per cui le
locuzioni articolate formate da dinto
a e dagli articoli ‘o (lo/il), ‘a (la) ‘e
(i/gli/le) saranno rispettivamente dint’ô dint’â, dint’ê che rendono rispettivamente nel/néllo,nélla,néi/negli/nelle.
Con la preposizione con in italiano si ànno col = con+il, collo/a=
con+lo/la colle = con+ le, cogli = con+ gli, ma a mio avviso
son tutte bruttissime, a parte che prestano il fianco alla confusione con
taluni sostantivi e non le uso mai preferendo sempre e non da ora la forma disagglutinata ; in napoletano le
analoghe preposizioni formate dagli articoli ‘o (lo/il), ‘a (la) ‘e (i/gli/le)
con la preposizione cu (=con), produce una
preposizione articolata di forma rigorosamente scissa o tutt’al piú
apostrofata, forma che però sconsiglio: cu ‘o→c’’o, cu ‘a→c’’a,
cu
‘e che non ammette apostrofo, quantunque qualcuno si ostini a scrivere
un bruttissimo ch’’e .
Con la preposizione su in italiano si ànno sul = su+il, sullo/a= su+lo/la
sulle = su+ le, sugli = su+ gli; in napoletano per formare analoghe preposizioni, si fa ricorso alla
preposizione impropria ‘ncoppa (sopra – su, dal lat. in + cuppa(m)); come ò già détto e qui
ripeto: le locuzioni articolate formate con preposizioni improprie ànno tutte
una forma scissa, mantenendo separati gli articoli dalle preposizioni e mentre
nell’italiano s’usa far seguire alla preposizione impropria il solo articolo,
nel napoletano occorre aggiungere alla
preposizione impropria non il
solo articolo, ma la preposizione articolata formata con la preposizione semplice
a ( ad es. nell’italiano si à: sulla
tavola o sopra la tavola , ma nel napoletano si esige sulla o sopra alla tavola e ciò per riprodurre correttamente il
pensiero di chi mentalmente articola in
napoletano e non in italiano) per cui le locuzioni articolate formate da ‘ncoppa a e dagli articoli ‘o (lo/il), ‘a (la) ‘e
(i/gli/le) saranno rispettivamente ‘ncopp’ô ‘ncopp’â, ‘ncopp’ê che rendono rispettivamente
sul/sullo,sulla,sugli/sulle. Tutte le altre preposizioni formate dagli articoli ‘o
(lo/il), ‘a (la) ‘e (i/gli/le) con le corrispondenti preposizioni semplici
napoletane delle italiane per (pe)
tra/fra(‘ntra/’nfra) ànno una forma rigorosamente scissa o ma solo per la preposizione pe,
(mentre per ‘ntra/’nfra non è consentito) scissa o tutt’ al piú apostrofata: pe ‘o→p’’o (per il/lo), pe
‘a→p’’a (per la), pe ‘e→p’’e (per gli/le), mentre
avremo solo ntra/’nfra ‘o - ntra/’nfra ‘a - ntra/’nfra ‘e.
Per tutte le altre preposizione articolate formate
dall’unione dei soliti articoli con preposizioni improprie (sotto, sopra, dietro,
davanti, insieme,vicino, lontano etc.), ci si regolerà alla medesima maniera di
quanto ò già detto circa le preposizioni formate da dinto o ‘ncoppa tenendo
presente che in napoletano sotto, sopra,dietro, davanti, insieme,vicino,
lontano sono rese rispettivamente con sotto, ‘ncoppa,arreto,
annanze,’nzieme,vicino/bbicino,luntano e tenendo presente altresí che occorre sempre rammentare che le parole e
le frasi da esse formate servono a riprodurre un pensiero; ora sia che si parli, sia che si scriva, un
napoletano, nello scrivere in vernacolo, non potrà pensare in toscano e fare
poi una sorta di traduzione:commetterebbe un gravissimo errore.Per
esemplificare: un napoletano che dovesse scrivere: sono entrato dentro la casa,
non potrebbe mai scrivere: so’ trasuto dint’ ‘a casa; ma
dovrebbe scrivere: so’ trasuto dint’â (dove la â è la
scrittura contratta della preposizione articolata alla) casa; che
sarebbe l’esatta riproduzione del suo pensiero napoletano: sono entrato
dentro alla casa. Allo stesso modo dovrà comportarsi usando sopra (‘ncopp’
a...) o sotto (sott’a....) in mezzo (‘mmiez’ a...) vicino al/allo (vicino a
‘o→vicino ô) e cosí via, perché un napoletano articola mentalmente sopra
al/alla/alle/ a gli... e non sopra il/la/le/gli... e parimenti pensa sotto
al... etc. e non sotto il ... etc. D’
altro canto anche per la lingua italiana i piú moderni ed usati vocabolarî (TRECCANI) almeno per dentro non disdegnano le costruzioni: dentro al, dentro alla accanto alle piú classiche dentro il, dentro la.
E qui penso d’avere esaurito l’argomento e poter porre un
punto fermo. Satis est.
Raffaele Bracale
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