- CARCIOFI “BACIO E METTO QUI”
Il protagonista di questa ricetta
è il carciofo mammola (a Napoli mammarella); questo tipo di preparazione è una
delle portate tradizionali del pranzo pasquale napoletano,ma va da sé che può
esser approntato durante tutto il periodo primaverile. Veniamo alla ricetta
precisando che il numero di carciofi da servire pro capite è variabile: dipende
dalla grandezza delle mammole o mammarelle; se abbastanza grosse ci si può
contentare di un solo carciofo a testa, se piccoli, ne occorrono almeno due!
Ingredienti e dosi per 6 persone
Da 6 a 12 mammole o mammarelle
senza spine,
3 spicchi d’aglio mondati e
tritati finemente,
sale doppio un pugno,
un gran ciuffo di prezzemolo
lavato, asciugato e tritato finemente assieme ad un ciuffo di menta,
2 bicchieri di olio d’oliva
e.v.p.s. a f.,
sale fino e pepe decorticato q.s.
procedimento
Togliere ai carciofi le estreme foglie esterne piú dure e mondare il gambo,
accorciato a non piú di sei centimetri, della parte esterna, infine troncare i
gambi a filo della base dei carciofi,dividere i gambi in due lungo l’asse
minore ed affinarli a chiodo, per modo che possano facilmente entrare nella
cavità che si ricaverà al centro d’ogni carciofo, allargando le
brattee centrali; risciacquare i carciofi
sotto l'acqua corrente ed inserire nella cavità ricavata al centro dei carciofi un pezzetto di gambo, un po’ di trito d’aglio,
prezzemolo e menta; premere decisamente con l’indice affinché il trito penetri
a fondo. Munirsi di una o due pentole con ampio fondo circolare e pareti non
molto alte; sistemare i carciofi uno accanto all’altro riempiendo tutto il fondo della pentola,
coprire a filo con acqua fredda aggiungere il sale doppio, incoperchiare e
porre a fuoco moderato per circa
quaranta minuti fino a che i carciofi risultino lessati ed inteneriti; per
accertarsi della cosa, staccare da un carciofo una delle brattee inferiori e
controllare se la polpa del margine inferiore della brattea staccata sia
convenientemente morbida tanto da poter essere facilmente portata via
strappandola per scorrimento addendantola tra
gli incisivi superiori e quelli
inferiori.In caso positivo significa che i carciofi sono lessati al punto
giusto e si possono servire in tavola; si porzionano quando sono ancóra caldi e
ad ogni commensale viene fornito in accompagnamento del o dei carciofo/i, un piattino in cui ci sarà del pinzimonio
preparato precedentemente sbattendo a fondo
olio, sale fino e pepe; il commensale staccherà volta a volta le singole
brattee, ne intingerà il margine polputo nel pinzimonio e deglutirà la polpa
strappata via per scorrimento addentata tra
gli incisivi; giunto al cuore del carciofo il commensale eleminerà la
barba,frazionerà calice e gambuccio e li intriderà nel pinzimonio residuo prima
di mangiarli.
Poiché di questo carciofo si mangia solo una piccolissima
zona delle brattee, mia madre diede alla delicata operazione che ò descritto
precedentemente il nome di bacio e metto
qui che si riferisce al fatto che
una volta prelevata e mangiata la minuscola parte di polpa la brattea viene
posta via ed accantonata per essere poi buttata!
Vini: secchi e
profunati bianchi campani ( Solopaca, Capri, Ischia, Falanghina, Fiano, Greco
di Tufo) freddi di frigo, quantunque rammento che i carciofi ànno – ma ignoro
il perché – la capacità di rendere dolce, anzi dolcissima l’acqua che uno
dovesse assumere dopo averli mangiati.
Mangia Napoli, bbona salute! e
diciteme: Grazzie!
raffaele bracale
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