ZUPPA DI PESCE NAPOLETANA di casa Bracale
(comme mme piace a mme
e cioè comme ‘a fa mia moglie AnnaMaria ,
ca uno doppo s’allicca pure ‘e ddéte!...)
Diciamo súbito che non v’ à città di mare che non abbia una sua ricetta per la zuppa di pesce e che son
tutte ottime e tutte ànno un nome particolare: per quanto è lungo l’Adriatico si dice brodetto –in Liguria e Toscana boldró
(per la verità il boldró (dal
prov. baldrou = sacca)è la rana
pescatrice, che siccome non può mancare dà -
per metinomia - il nome a tutta
la zuppa...) - a
Livorno cacciucco (voce deriv. del turco kac-ukli
'minutaglia di pesci che sono alla base della zuppa livornese) - a
Messina nunnata(voce deriv. dal lat. nunc-nata = bianchetti, 'minutaglia di pesciolini che sono alla base
della zuppa messinese); da noi è semplicemente ed affettuosamente ‘a zuppa ‘e pesce. Premesso altresí che non esiste una zuppa di
pesce per eccellenza, dirò che , da buon napoletano, a mme me piace ‘a zuppa nosta (specialmente chella ca fa mia moglie...)
e che la regola base per realizzare una
degna zuppa di pesce è la freschezza del pesce usato che deve essere assolutamente di giornata
evitando il pesce surgelato, che può
tornare buono per altre preparazioni o utilizzo nelle cucine di cliniche ed ospedali. Se non c’è adatto pesce fresco, è meglio desistere e rimandare
la preparazione ad altro giorno. Meglio farne a meno che rovinarsi palato e stomaco! Prima
di proseguire ricordo che
i nomi dei
pesci spessissimo variano anche se di
poco da regione a regione; riporto
perciò tra parentesi il nome napoletano quando diverso da quello in uso nel
resto dell’Italia.
Ingredienti e dosi per 6 o 8 persone:
Scorfano/scoperna (dal lat. *scŏrphaena(m)); (in nap.: scuorfano
con dittongazione espressiva della ŏ) gr. 500,
Trachíno(deriv. del gr. trachys
'aspro, ruvido', per la spinosità della sua pinna) (in nap.: tràcena adattamento locale del medesimo trachys
greco) gr. 500,
Lucerna (dal lat. tardo lucerna(m),
forse deriv. di lu¯x lu¯cis 'luce') gr. 500,
Gallinella o cappone di mare ((in nap.: cuoccio=dalla testa grossa forma maschilizzata
e dittongata di coccia= testa dal
lat. volg. *coclja con esito di
cl→ccj→cci) gr. 500,
Grongo (in nap.: ruongo semplificazione del lat. tardo grŏngu(m)→
(g)rŏngu(m)→ruongu(m), dal gr. góngros)) gr. 500,
Seppia (in nap.: seccia dal lat. sepia(m)→seccia(m) con esito di pi-a→cci-a
come apiu(m)→accio,o come
sapio→sapjo→saccio ) gr. 500,
Calamaretti (in nap.: calamarielle) gr. 500,
Polpi piccoli (in nap.: purpetielle) gr.
500,
Gamberoni gr. 500,
Cozze (cozzeche) kg. due
vongole kg. uno
arselle (lupine) kg. uno
Attenzione a scorfano, tràcena,e lucerna ! Ànno spine acuminate e velenose la cui puntura è molto dolorosa, specialmente quella della tràcina. Normalmente i pescatori le recidono “d’ufficio”. Ovviamente le quantità si possono aumentare ad libitum: la zuppa è come una minestra: piú ci si mette, piú ci si trova. Continuiamo nell’elencazione de gli ingredienti: kg. 1,5 di pomidoro pelati freschi o in iscatola,
Attenzione a scorfano, tràcena,e lucerna ! Ànno spine acuminate e velenose la cui puntura è molto dolorosa, specialmente quella della tràcina. Normalmente i pescatori le recidono “d’ufficio”. Ovviamente le quantità si possono aumentare ad libitum: la zuppa è come una minestra: piú ci si mette, piú ci si trova. Continuiamo nell’elencazione de gli ingredienti: kg. 1,5 di pomidoro pelati freschi o in iscatola,
1 costa di sedano privato dei filamenti, lavato e ridotto in
tocchetti,
un bicchiere e mezzo d’ olio d’oliva e.v.p. s. a f.,
3 spicchi d’aglio mondati e schiacciati,
1 peperoncino rosso inciso longitudinalmente,
½ cipolla dorata mondata ed affettata sottilmente,
prezzemolo un gran ciuffo lavato
asciugato e tritato finemente assieme ad un quarto spicchio d’aglio mondato,
Sale doppio e pepe decorticato macinato
a fresco q.s.,
Vino bianco secco due bicchieri,
kg. 1,2 di fette di pane casareccio tostato in forno (220°) e strofinato con aglio;secondo antica tradizione e preferibilmente le fette di pane andrebbero fritte in padella con poco olio e poi strofinate con peperoncino rosso.
Veniamo al procedimento:
Eviscerare, pulire e lavare il pesce ed i molluschi affettando ad anelli seppia e calamaretti e spezzettandone i tentacoli ma lasciando intieri i piccoli polpi; sgusciare i gamberoni eliminandone il budellino nero. Fare aprire i frutti di mare in una pentola larga provvista di coperchio in mezzo bicchiere d’olio, uno spicchio d’aglio schiacciato ed un bicchiere di vino bianco. Sgusciarli e conservare il brodo dopo averlo filtrato con un setaccio di canapa a trama strettissima. A seguire in una grande pentola,se possibile di rame stagnato, far soffriggere nell’olio residuo per alcuni minuti due spicchi d’aglio mondati e schiacciati , la cipolla mondata e tritata, i tocchetti di sedano ed il peperoncino, aggiungendo i pomidoro appena agli e cipolla siano dorati. Eliminare gli spicchi d’aglio, e versare poi un bicchiere di vino bianco,aggiustare di sale e di pepe e lasciar cuocere per una ventina di minuti. Dopo di che cominciare a mettere nella pentola, dapprima i polpi interi, i calamaretti e la seppia affettati ed a seguire tutti i pesci cominciando da quelli di piú lunga cottura: tràcina e lucerna. Coprire e far cuocere da 20 minuti a mezz’ora secondo la loro grandezza aggiungendo il brodo filtrato dei frutti di mare. Aggiungere poi il grongo tagliato a pezzi, i crostacei sgusciati, lasciando da ultimi scorfano e cuoccio.A cottura ultimata bisogna armarsi di attenzione e pazienza e spinare attentamente tutti i varii tipi di pesce eliminando pelle, squame, lisca ed ogni altra spina, soprattutto quelle ventrali e raccogliendone tutta la polpa in una altra pentola calda; infine filtrare il sugo per evitare la presenza di qualche inopportuna spina e versarlo sul pesce spinato; aggiungere i frutti di mare sgusciati, riscaldare il tutto ed impiattare nelle singole fondine possibilmente di coccio, ben calde,spruzzando le portate con il trito d’aglio e prezzemolo e portare in tavola accompagnando le fondine con le fette di pane o bruscate o fritte. È un lavoro lungo ed impegnativo preparare la zuppa di pesce alla maniera di casa Bracale, ma vi assicuro che la zuppa è ancora piú gustosa se nel consumarla non bisognerà stare attenti alle lische ed alle altre spine del pesce.
kg. 1,2 di fette di pane casareccio tostato in forno (220°) e strofinato con aglio;secondo antica tradizione e preferibilmente le fette di pane andrebbero fritte in padella con poco olio e poi strofinate con peperoncino rosso.
Veniamo al procedimento:
Eviscerare, pulire e lavare il pesce ed i molluschi affettando ad anelli seppia e calamaretti e spezzettandone i tentacoli ma lasciando intieri i piccoli polpi; sgusciare i gamberoni eliminandone il budellino nero. Fare aprire i frutti di mare in una pentola larga provvista di coperchio in mezzo bicchiere d’olio, uno spicchio d’aglio schiacciato ed un bicchiere di vino bianco. Sgusciarli e conservare il brodo dopo averlo filtrato con un setaccio di canapa a trama strettissima. A seguire in una grande pentola,se possibile di rame stagnato, far soffriggere nell’olio residuo per alcuni minuti due spicchi d’aglio mondati e schiacciati , la cipolla mondata e tritata, i tocchetti di sedano ed il peperoncino, aggiungendo i pomidoro appena agli e cipolla siano dorati. Eliminare gli spicchi d’aglio, e versare poi un bicchiere di vino bianco,aggiustare di sale e di pepe e lasciar cuocere per una ventina di minuti. Dopo di che cominciare a mettere nella pentola, dapprima i polpi interi, i calamaretti e la seppia affettati ed a seguire tutti i pesci cominciando da quelli di piú lunga cottura: tràcina e lucerna. Coprire e far cuocere da 20 minuti a mezz’ora secondo la loro grandezza aggiungendo il brodo filtrato dei frutti di mare. Aggiungere poi il grongo tagliato a pezzi, i crostacei sgusciati, lasciando da ultimi scorfano e cuoccio.A cottura ultimata bisogna armarsi di attenzione e pazienza e spinare attentamente tutti i varii tipi di pesce eliminando pelle, squame, lisca ed ogni altra spina, soprattutto quelle ventrali e raccogliendone tutta la polpa in una altra pentola calda; infine filtrare il sugo per evitare la presenza di qualche inopportuna spina e versarlo sul pesce spinato; aggiungere i frutti di mare sgusciati, riscaldare il tutto ed impiattare nelle singole fondine possibilmente di coccio, ben calde,spruzzando le portate con il trito d’aglio e prezzemolo e portare in tavola accompagnando le fondine con le fette di pane o bruscate o fritte. È un lavoro lungo ed impegnativo preparare la zuppa di pesce alla maniera di casa Bracale, ma vi assicuro che la zuppa è ancora piú gustosa se nel consumarla non bisognerà stare attenti alle lische ed alle altre spine del pesce.
Facítene salute!
Beveteci il vino
bianco che piú vi aggrada, ma, per favore, (come giustamente afferma un mio amico di cui taccio il nome) non fatevi
consigliare dagli esperti: vi rovinerebbero la giornata cominciando con il chiedervi ‘a fede ‘e nascita dei pesci adoperati, si e cquanno ànnu fatto
murbillo e rosolia, se e quando ànno
avuto il loro ultimo rapporto sessuale,si ‘o scorfano è masculo o femmena, si
‘e purpetielle so’ verace o senische, si ‘e ccozzezche venono ‘a Taranto, dô
Fusaro o dâ Spagna, addó so’ state piscate ‘o ruongo e ‘a lucerna,‘o nomme d’
‘o piscatore e ‘o numero d’ ‘e scarpe soje, ‘o giro vita e ‘o nummero ‘e cuollo... Facite pirciò a ccapa vosta e tra i vini scegliete a vostro gusto una o ddoje bbutteglie di secchi e profumati bianchi campani quali
Solopaca, Capri, Ischia, Falanghina, Fiano, Greco di Tufo) freddissimi di
frigo.
Mangia Napoli, bbona salute! Scialàteve, senza annettarve manco ‘o
musso e cunzulàteve ‘o vernecale!
Raffaele Bracale
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