lunedì 18 agosto 2008

BROCCOLO

BROCCOLO

Con il termine broccolo forma allungata e quasi diminutiva di brocco (dal basso latino broccu-m che originariamente stette per dente sporgente e poi per rampollo, germoglio ) si indica in primis il tallo della rapa e di talune qualità di cavoli quando cominciano a fiorire, varietà di cavolo dall'infiorescenza carnosa, di colore verde, simile a quella del cavolfiore, ma piú tenera e meno compatta; estensivamente poi col termine broccolo e sempre rifacendosi al broccu-m latino, si indica il bietolone, il sempliciotto, lo sciocco dall’aria melensa derivantegli appunto dalla postura dei denti sporgenti; tutto ciò in lingua toscana.
In lingua napoletana il broccolo diventa vruóccolo con la tipica alternanza di B/V e dittongazione tonica d’avvio,ma con medesima strada etimologica dell’italiano;
con il termine vruóccolo, infatti o meglio con il suo plurale vruoccole si indicano ugualmente all’italiano italli della rapa e di talune qualità di cavoli quando cominciano a fiorire; con il medesimo plurale vruoccole si indicano anche però tutte le moine, le leziosaggini,le effusioni giocose che sogliono scambiarsi gli innamorati, soprattutto da fidanzati, ma talvolta anche da sposati ed al proposito debbo ricordare che un tempo, quando ancora Napoli non era diventata, come poi è ed è stato, capitale dei maccheroni e della pasta, il cibo quotidiano dei partenopei, plebei e non, – complice la rigogliosità degli orti, dove eran largamente coltivati i broccoli, che circondavano la città (al segno che un tempo chi dovesse recarsi, dalla città bassa, sulla collina del Vomero, dove erano moltissimi orti coltivati, usava dire: vaco ‘mmiez’ê vruoccole: vado fra i broccoli) – era costituito dalla verdura, ed a tal cagione i napoletani erano detti comunemente mangiafoglie, un tempo, dicevo, vi fu un bello spirito stanco evidentemente di mangiar broccoli, che della cennata verdura costituiva la magna pars ebbe ad esclamare: ‘e vruoccole so’ bbuone dint’ ô lietto, giocando sull’omografia ed omofonia del termine vruoccole, che ovviamente nella frase pronunciata stavano per moine, effusioni amorose e non certo per talli della rapa o del cavolo.
Chi è uso dedicarsi ai vruoccole ,intesi come moine etc. in napoletano è detto vrucculuso, ma piú spesso al femminile vrucculosa, atteso che le donne, piú che gli uomini tendono ad avere atteggiamenti sdolcinati comportanti le moine di cui sopra.
Termino rammentando che, cosí come in italiano, il termine broccolo, anche in napoletano può indicare lo sciocco, il bietolone, il sempliciotto dall’aria melensa, ma in tale accezione, a Napoli, piú che il semplice termine vruoccolo, s’usa l’espressione ‘o père ‘e vruoccolo id est la intera pianta di broccolo, che per essere abbastanza alta e fronzuta ben si presta ad indicare chi sia grandemente sciocco, sempliciotto o melenso.
Raffaele Bracale

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