‘A MARISCIALLA
A Napoli una volta esistevano ed in qualche vicolo della vecchia città se ne può incontrare ancora qualcuno, i ventraiuoli cioè i venditori ambulanti che su attrezzati carrettini trainati a mano servivano le trippe cioè il quinto quarto della bestia macellata e tali trippe erano servite ben affettate e ridotte in piccoli pezzi, disposti su fogli di carta oleata ed erano da portare alla bocca con le dita senza l’ausilio di alcuna posata o attrezzo cosparsi di parecchio sale ed irrorati con il succo di limone; spesso affettavano la trippa lessata (specialmente la parte detta cientopelle) in strisce larghe e lunghe come i galloni dei marescialli dell’epoca murattiana quando si indossavano divise fantasmagoriche ricche di fregi e nastrini , per cui i ventraiuoli battezzarono mariscialla la zuppa ricavata da ben affettate frattaglie di vitello bollite con aggiunta solo di poche erbe aromatiche; la zuppa era versata su biscotti di granturco detti freselle (dal latino frendere cioè spezzettare, rompere) salata e molto pepata ed era servita in piccole ciotole di terracotta. Era una zuppa scarsa di condimento, ma per il suo basso costo, nei rigidi mesi invernali era consumata dalle classi meno abbienti, in sostituzione di un corroborante brodo di manzo o di gallina che quasi nessuno si poteva permettere.
la voce mariscialla ovviamente è un adattamento al femminile del termine maresciallo che con derivazione dal fr. maréchal, che è dal lat. mediev. mariscalcus indica il grado piú alto nella gerarchia dei sottufficiali ed in alcuni eserciti stranieri, e durante l'epoca fascista anche in Italia, il piú alto grado di tutta la gerarchia militare
Raffaele Bracale
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