martedì 16 marzo 2021

RADDOPPIAMENTO DELLA CONSONANTE Q

 

 

RADDOPPIAMENTO DELLA CONSONANTE Q

Spendo qui di sèguito qualche parola per chiarire quale sia – a mio avviso - la miglior soluzione grafica per indicare il raddoppiamento consonantico della lettera Q.

Premesso che nel napoletano non son poi molte le parole che conservano come iniziale la lettera Q (e tra di esse rammento: quacche [assimilazione di qualche], quaccheduno [assimilazione per adattamento di qualche+ et+ uno],quaccosa[assimilazione per adattamento di qualche+cosa],quaglia [ dal lat. *quacŭla], quaglià[ adattamento del lat. coagŭlare],quanno [assimilazione del lat. quando],quatto [ dal lat.quattuor→quatt(u)or→quatto],  quattuordice[dal lat. quat(t)uordĕcim], quaranta[ da un lat. pop. quadranta→qua(d)ranta, da quadràginta per il lat. class. quadragìnta,] e poche altre) mentre alcune altre (cfr. cuièto  [dal lat. quietus, der. di quies -etis «quiete»], cuietà [=acquietare da un  lat. tardo quietare] e talora cuoto [= quoziente dal lat. quotus]) ànno dismesso l’etimologica Q per sostituirla con la piú comoda C. Tanto premesso, rammento che  la lettera Q, ereditata dall’alfabeto latino, compare solo nella sequenza qu per rappresentare il

cosiddetto nesso labiovelare (costituito da una occlusiva velare sorda, la Q, e dalla U semiconsonante), ed è una lettera in sovrappiú perché indica il medesimo suono indicato dalla C, come si nota confrontando cuoco e quale; le grafie diverse si giustificano solo risalendo al latino cocus e qualis.

Per questa ragione la Q “ottiene anche le stesse proprietà” della C, come si legge nel

Vocabolario della Crusca (1612), “salvo che, dovendosi raddoppiare, il C gli si pone davanti, in

sua vece come in ad es:acqua dal lat. aqua-m.Non esistono deroghe (nel napoletano) mentre  le uniche deroghe a quest’uso generale del

raddoppiamento del Q compaiono, nell’italiano, per il lemma soqquadro (soqquadrare, soqquadrato) ed in un

altro caso, biqquadro (e, sul suo esempio, talora anche in

 

beqquadro).Faccio notare che  questa insolita e circoscritta grafia qq è nata certamente per analogia: dato che i rafforzamenti, nella maggior parte dei casi, vengono indicati raddoppiando il segno della consonante, in italiano  sul

modello di sommossa e soppiatto, si è fatto anche soqquadro.Ma non v’à ragione perché se ne segua l’esempio nel napoletano. Ricordo infine che i grammatici cinquecenteschi, a partire da Giovanfrancesco  Fortunio [ (n. Pordenone -† Ancona 1517), optarono

per la grafia latineggiante CQ e così essa si impose rapidamente ed universalmente ed è la medesima ragione per la quale nel raddoppiamento consonantico iniziale della Q propugno l’uso del CQ contrariamente a quanto propone l’amico Carlo Iandolo che, mi pare, opti per un QQ poco latineggiante e che ricorda troppo l’italiano soqquadro   grafia che già nel passato grammatici del calibro di Amerindo Camilli (Pronuncia e grafia dell’italiano,  p. 38) trovò  tra le eccezioni fastidiose ed  assurde alla stregua  del biqquadro  ed opinò che  si potesse e fósse meglio scrivere bicquadro e socquadro”.

Perché non seguire il suo consiglio anche per il napoletano che, come il volgare, è figlio del latino sia pure parlato?

 

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