CU ‘O TIEMPO E CCU ‘A PAGLIA AMMATURANO SOVERE E
CCANAGLIA!
Il caro amico S. C.
(i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le
iniziali di nome e cognome) a chiedermi
via e-mail di chiarirgli
significato della espressione partenopea in epigrafe ed in particolare cosa mai possa
mettere in relazione ‘e ssovere e la canaglia.
Gli ò cosí risposto:
Premesso che d’acchito è la rima in “aglia” a legare i
sostantivi “paglia” e “canaglia”, c’è tuttavia, caro amico un nesso ben piú
significativo a fare da collante tra le due parole dell’espressione piú che
datata in esame e mi spiego: come forse saprai con la voce “canaglia”[etimologicamente
dall’iberico canalla derivato di cane-m] si intende un individuo malvagio, delinquente,
furfante, birbante e temporibus illis tali soggetti finivano in galera piú che
non oggi e con la voce sovera si identificano i frutti del sorbo, deverbale del
lat.: sorbere→sobere→sòvere in quanto frutti succosi e se maturi, quasi da
suggere); orbene tali frutti, raccolti tra settembre ed ottobre non ancóra eduli, vengon posti su di un letto
di paglia dove giungono a maturazione dopo un tempo di circa tre mesi;
analogamente i soggetti classificati sotto il termine “canaglia”una volta
incarcerati ànno, o meglio avevano tutto il tempo che dura/durava la loro
condanna, stando nelle loro celle sui pagliericci riempiti di paglia di riflettere sui loro misfatti e di maturare
[cioè di comprendere quanto sia e sia stato errato il loro comportamento e
magari di emendarsi.]E questo è il nesso
che fa da collante tra le due parole dell’espressione di cui mi ài chiesto ed
il fatto che si parli di pagliericci è
la riprova della datazione della locuzione atteso che oggi nelle celle delle
carceri d’oggidí i materassi son certamente piú confortevoli!
E qui penso di
poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico S.C.
ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú
genericamente chi dovesse imbattersi in
queste paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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