CAMPANELLA
Questa volta su richiesta del caro amico P. G. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicarne solo le iniziali di nome e cognome) mi soffermo ad illustrare quanti e quali sono i significati in napoletano del termine partenopeo in epigrafe.
Comincio dicendo súbito che la voce “campanella”, diminutivo di campana [dal lat. tardo campāna(m), da (vāsa) campāna, propr. ‘(vasi di bronzo) della campania’] indica nell’ordine 1) quella minuscola campana usata in sagrestia per annunciare con brevi tocchi l’imminente inizio della celebrazione della santa Messa; 2) uno dei sonaglioli di un tamburello; 3)una delle bolle di vapore prodotta dall’acqua in bollore, bolla che al massimo della tensione si rompe producendo un tipico rumorino; 4) una delle bolle prodotte soffiando con una cannuccia intinta nell’acqua saponata, bolle di sapone (dette cqampanelle) che come le precedenti rompendosi producono un minuscolo rumore; 5) nome popolare dato alla Campanula persicifolia, pianta erbacea perenne, dai fiori blu a forma di campana, appartenente alla famiglia delle Campanulaceae; 6) un tempo fu detto campanella anche un gioco di ragazzi e ragazze gioco che oggi è detto anche “mondo” o “settimana” ed infine 7) con la voce campanella si indica un piccolo farsetto, di mussola o cotone e raramente di seta d’uso femminile, che non va oltre i lombi, larghetto, svasato, accollato, con maniche lunghe, adorno o meno, usato – per solito – a , letto, ma indossato da popolane d’infimo ceto anche comunemente nell’abbigliamento quotidiano.
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico P.G. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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