FACCIA MICCIA E CCULO ‘E NUTRICCIA-
Ad litteram: volto scarno e podice di balia.
È l’icastico ironico modo partenopeo di definire quello/a che in italiano è detto/a un/una “falso/a magro/a”, una persona che abbia il volto asciutto, smunto, macilento e per converso un fondoschiena opulento, prosperoso, abbondante come quello delle balie che un tempo [fine ‘800, principi ‘900] approdavano a Napoli proventi dal nolano o da Frosinone e tutte erano provviste di seno turgido e natiche giunoniche nell’inteso che l’uno e le altre fossero indice di buon sangue e buona salute e perciò atte ad allattare proficuamente un/una neonato/a.
Esamino le voci incontrate nella locuzione:
faccia s.vo f.le = a)volto, viso
b) la parte anteriore di qualcosa
voce dal lat. volg. *facĭa(m), per il class. facĭe(m) ‘forma esteriore, aspetto, faccia’, deriv. di facĕre ‘fare’.
Miccia agg.vo femm.le di miccio = smunto, emaciato, macilento, patito. Voce dal francese mèche.
Attenzione: esistono anche le voci miccio/miccia che però non sono aggettivi ma sostantivi ed in napoletano valgono rispettivamente stoppino, lucignolo e miccia ed etimologicamente sono dal lat. volg. *micca/miccia, per il class. myxa 'luminello, stoppino'.
culo s.vo m.le = in origine l’orifizio anale delle bestie poi per sineddoche il culo, il posteriore, il didietro, il sedere, il complesso delle natiche degli esseri umani ; etimologicamente è voce dal lat. culum che è dal greco koîlos ; questa voce napoletana a margine fu accolta temporibus illis anche nella lingua nazionale e viene tuttora usata ancorché catalogata, ma non se ne comprende il motivo, come voce volgare o popolare. Un tempo da qualcuno si ipotizzò che etimologicamente la voce potesse essere un adattamento del lat. caelu(m)(cielo) pigliando a riferimento semantico la concavità e dell’uno e dell’altro. Idea balzana stante la presenza diretta come ò détto della voce lat. culum marcata sul greco koîlos (vuoto, concavo) donde anche kolon= intestino; tuttavia rammento che la voce caelu(m)(Cielo) fu usata, quale nome proprio, al posto di Ciullo ( che della voce culo era stato un adattamento di comodo attraverso l’epentesi eufonica di una (I) ed il raddoppiamento espressivo della consonante laterale alveolare (L) ed infatti quel poeta di Alcamo nato nella prima metà del XIII secolo, e che fu uno dei piú significativi rappresentanti della poesia popolare giullaresca della scuola siciliana s’ ebbe in origine il nome di Ciullo d’Alcamo ( e cioè Culo di Alcamo)per essere il piú famoso pederasta passivo della sua città e successivamente al tempo del bigotto perbenismo didattico vide il suo nome mutato in Cielo d'Alcamo per non turbar la mente dei/delle giovani discenti.
nutriccia s.vo f.le = balia, nutrice, bambinaia; voce dal lat. nutrice(m) con raddoppiamento espressivo della occlusiva velare sorda (c),e metaplasmo (alterazione) della desinenza finale; si sospetta altresí un influsso del francese nourrice che à suggerito il raddoppiamento espressivo ricordato.
E qui faccio punto avendo esaurito l’argomento augurandomi che possa interessare chi dovesse forte imbattersi in questa paginetta. Raffaele Bracale
1 commento:
Ottima spiegazione, complimenti!
Posta un commento