LA DISCREPANZA NEI RACCONTI EVANGELICI SUL MOMENTO DELLA RISURREZIONE DI CRISTO
Mi è stato chiesto, via e-mail, dal caro amico A. A. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) di spendere qualche parola per dare una risposta alla questione in epigrafe. Gli ò cosí significato:Quanto mi chiedi non è cosa che si possa risolvere in poche parole. In primis la diascrepanza in epigrafe non è la sola nei racconti evangelici non solo sul momento della Resurrezione di Cristo, ma su tutta la vicenda;comincio col dire che[PRIMA QUESTIONE] già la data di morte di Gesù non è determinabile con precisione, in quanto le indicazioni presenti nei documenti a disposizione, a partire dai Vangeli, non sono sufficienti; i quattro evangelisti concordano nel dire che Gesù morí in giorno di venerdí durante le festività collegate alla Pasqua ebraica (Pesach), ma mentre i vangeli sinottici affermano che Gesù morí il giorno di Pesach (15 Nisanh), il Vangelo secondo Giovanni colloca la morte di Gesù al giorno precedente, il giorno di preparazione alla Pasqua (14 Nisanh). Inoltre gli evangelisti non indicano l'anno. Anche in merito all'ora in cui Gesù venne crocifisso, il Vangelo di Giovanni si discosta dal sinottico Marco: infatti secondo il Vangelo di Marco la crocifissione fu alle 9 di mattina, mentre invece, secondo quello di Giovanni, avvenne successivamente al mezzogiorno, ovvero oltre tre ore dopo e l’ora della morte va presa in considerazione poiché gli ebrei conteggiavano i giorni non alla nostra maniera, ma in modo ben diverso. Anticamente, invece, il giorno cominciava all'alba o al tramonto;per gli ebrei il giorno iniziava ed ancóra inizia non appena si riescono a vedere almeno tre stelle di seconda grandezza di talché i tre giorni dopo i quali Cristo promise che sarebbe risorto non vanno computati alla maniera nostra, ma a quelle ebraica; SECONDA QUESTIONE: cosí come noi proclamiamo nel Credo, dopo la sua Resurrezione Cristo discese a gli Inferi e vi discese da risorto sfolgorante di tanta luce che i demoni custodi degli inferi ne restarono sconvolti ed atterriti; una volta disceso vi aprí le porte del Cielo ai giusti che lo avevano preceduto; va da sé che dalla discesa alla prima apparizione a Maria di Magdala trascorse un lasso di tempo; ULTIMA QUESTIONE: secondo la liturgia della Chiesa di Roma la cosiddetta Gloria cioé il momento della Resurrezione cade durante la recita corale del Gloria in excelis Dei della liturgia notturna del sabato santo, mentre nella tradizione popolare napoletana che si affida alla lezione del Vangelo di Marco (16, 1-5) che narra cosí : << Trascorso il sabato Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo (di Betania) e Salomè comprarono gli aromi per andare a imbalsamare Gesù. Assai presto, nel primo giorno della settimana, vennero al sepolcro, appena spuntò il sole. Intanto si andavano dicendo tra loro: “Chi ci farà rotolare la pietra dall’ingresso del sepolcro?”. Alzato lo sguardo,però, osservarono che la pietra era stata rotolata, benché fosse molto grande! Entrate nel sepolcro, videro un giovane che se ne stava seduto a destra, rivestito di una veste bianca, e si spaventarono …” Se dunque le donne all’alba della domenica [primo giorno della settimana ebraica] trovarono già il sepolcro aperto e vuoto è segno che la Resurrezione di Gesú era già avvenuta almeno nel giorno di sabato. Nulla di strano perciò se i napoletani, da sempre ottemperanti ai dettami della Chiesa di Roma,usarono ed ancor usano terminare astinenza e digiuno quaresimali il giorno del venerdí santo e consumare quale pasto del sabato santo il sacramentale tòrtano abbondantemente farcito di formaggi, salumi ed uova sode, anche tenendo presente che un tempo s’usava benedire le case con l’acqua lustrale nel giorno del sabato santo, successivamente benedetta, con il fuoco, nel rito notturno del sabato santo.
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico A. A. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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